Sciopero del Trasporto Pubblico locale venerdì 26 marzo

Sciopero del Trasporto Pubblico

Tornano a scioperare venerdì 26 marzo i lavoratori del Trasporto Pubblico Urbano. Dall’inizio della pandemia gli addetti del settore non hanno mai smesso di lavorare. “Quando chiamati, hanno sempre risposto garantendo il diritto costituzionale alla mobilità anche nei giorni di lockdown, con il contagio che correva e le aziende che con difficoltà fornivano dispositivi di protezione, mascherine, gel, disinfezione del posto di lavoro, arrivando, in alcuni casi a pagare con la propria salute”, dicono i sindacalisti delle categorie dei trasporti di CGIL CISL UIL.

Per rivendicare il rinnovo di un contratto nazionale scaduto da tre anni, i lavoratori hanno già incrociato le braccia per 4 ore l’8 febbraio. Domani la mobilitazione sarà invece di 24 ore. Il servizio è garantito dalle 6.15 alle 9.15 come anche dalle 12.30 alle 15.30.

Nel confronto con le controparti datoriali Asstra, Agens e Anav, anche l’incontro di oggi si è concluso con esito negativo, dunque lo sciopero di domani resta confermato ha spiegato Antonio Scaini, segretario generale di FIT CISL Bergamo -. Torniamo a ricordare che i lavoratori del trasporto pubblico, pur continuando a fornire il loro contributo, sono anche stati a turno sospesi dal lavoro e posti in Cassa integrazione vedendo, come molti altri lavoratori in Italia, drasticamente ridotto il proprio reddito. Per questo è ancora più necessario che si superi l’inaccettabile posizione delle aziende del settore che vorrebbero negare il rinnovo del Contratto azzerando il triennio 2018/2020, come se non fosse mai esistito, cancellando cioè tre anni di lavoro”.

Oltre alla trattativa per il contratto, durante la pandemia le organizzazioni sindacali di categoria hanno cercato con ogni mezzo anche di “aprire un canale di dialogo con Regione Lombardia per coordinare la riorganizzazione dei trasporti in relazione al ridotto indice di riempimento, velocizzare la distribuzione delle risorse economiche alle aziende pesantemente colpite dalla crisi, affrontare il nodo della ripartenza attraverso proposte serie e costruttive, gestire anticipatamente gli effetti della crisi su imprese e occupazione. Regione Lombardia non ha mai voluto affrontare questi problemi, lasciando soli lavoratori, aziende e utenza”.

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