Alla ICAR negato il commissariamento. Si tenta di evitare il fallimento

ICAR negato il commissariamento

Il Tribunale di Milano ha rifiutato la domanda di amministrazione straordinaria per mancanza del requisito dimensionale (praticamente, il numero dei dipendenti sotto le 200 unità). Quindi, non ci sarà la nomina di un commissario per gestire la crisi della ICAR spa. Continua a crescere la preoccupazione tra i suoi lavoratori della sede di Monza e in quella di Villa d’Adda.

Siamo rimasti di sasso per questa decisionesostiene Moreno Businaro, della FEMCA CISL Bergamo -, adesso il destino di questa azienda è attaccato ad un filo e il rischio di un fallimento è altissimo.  Al momento, i dipendenti aspettano ancora la retribuzione di novembre e la loro tredicesima. L’azienda tenterà in extremis un ulteriore procedura o una vendita, sperando di non dovere arrivare al fallimento vero e proprio”.

A Villa d’Adda la preoccupazione è molta e i lavoratori vogliono decidere il da farsi per tutelarsi il meglio possibile. Con una nota diffusa dai sindacati è stato comunicato che la decisione del tribunale non è condivisa dal liquidatore che ha convocato i rappresentati sindacali con l’intenzione di comunicare le future intenzioni che saranno portate avanti. L’azienda si è comunque attivata presso le società che hanno mostrato interesse, al fine di verificare nei prossimi giorni una possibile concretizzazione di tale interessamento.

Martedì 9 febbraio le organizzazioni sindacali coinvolte si vedranno nuovamente con l’azienda per conoscere eventuali sviluppi, mentre sono state convocate per l’11 febbraio le assemblee dei lavoratori che saranno chiamate a decidere, dopo l’incontro tra sindacati e liquidatore, eventuali iniziative “per riportare l’azienda – si legge in una nota sindacale – alle proprie responsabilità e a sostegno di un percorso per la salvaguardia del patrimonio di una fabbrica storica del territorio”, mentre si ribadisce “ la necessità di trovare velocemente un percorso che tuteli l’occupazione e il reddito dei lavoratori per scongiurare il precipitare di una vertenza già complessa“.

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