La FNP CISL Bergamo denuncia la situazione delle case di riposo provinciali dove i 6.222 ospiti (questi i dati dell’ultima rilevazione) non sarebbero sufficientemente tutelati da un’organizzazione che non monitora la propria forza lavoro: gente che dalle strutture (giustamente) entra e esce senza alcun controllo che non sia quello della propria responsabilità. Intanto, anche nelle RSA, i contagi aumentano.
“Nelle RSA della provincia di Bergamo, – spiega Caterina Delasa, segretaria generale di FNP CISL Bergamo – almeno in quelle dove abbiamo potuto avere una risposta, nessun operatore a oggi è stato sottoposto a tampone preventivo. Ci risulta che alcune RSA, molto poche in verità, stanche di attendere i tempi lunghi di Regione e ATS, abbiano deciso di deliberare l’acquisto di un numero sufficiente di tamponi per monitorare i propri dipendenti, e che questo possa iniziare, forse, da lunedì…. Siamo molto preoccupati della salute degli ospiti: già costretti a una sorta di clausura forzata, senza la possibilità di incontri con i propri affetti, già provati dalla precedente ondata di epidemia, oggi sono alla mercé di una dirigenza sanitaria che dall’esperienza pare non aver imparato”.
FNP CISL Bergamo, insieme alla segreteria regionale del sindacato dei pensionati, chiede sempre più insistentemente un raccordo continuo con ATS e Direzione delle RSA. “È il momento della responsabilità e della collaborazione istituzionale – scrive Emilio Didonè, segretario generale di FNP Lombardia –. Chiediamo a Regione Lombardia di rendere pubblici periodicamente i dati aggiornati della diffusione di contagio nelle RSA per anziani e disabili. Lo chiediamo anche alle singole RSA nei confronti di ospiti e loro familiari che hanno diritto di conoscere la situazione. E chiediamo ancora una volta a regione Lombardia la convocazione dell’Osservatori RSA, diventata ormai una farsa, quasi una vera presa in giro!”
In tutta Regione, i sindacati dei pensionati di CGIL CISL UIL stanno monitorando i territori, e dalle ricerche emerge che sono ripresi a aumentare i casi di coronavirus e decessi anche nelle RSA. E secondo fondate indiscrezioni sembrerebbe che nelle RSA della Lombardia ci sia già il 60% circa degli anziani contagiato. “Si fanno pochi tamponi – insiste Didonè -, ed è iniziata una vera e propria fuga di operatori e infermieri dalle RSA verso altre strutture sanitarie, dove i rapporti di lavoro sono meno precari, con stipendi più alti e più tutele. Se non si mette mano per tempo a questioni rimaste irrisolte, tra poco verranno a mancare operatori e infermieri sufficienti per prendersi cura adeguatamente di tutti gli ospiti anziani soprattutto dei più fragili”.