Sciopero del settore agroalimentare per il contratto firmato a luglio

Dopo che undici associazioni datoriali si sono rifiutate di firmare il rinnovo del Contratto nazionale dell’industria alimentare che pure era stato già raggiunto a luglio, è ora il momento della mobilitazione dei lavoratori. FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL di Bergamo, unitamente alle strutture nazionali, hanno proclamato uno sciopero di quattro ore da svolgere a fine turno, il 9 ottobre 2020, nei luoghi di lavoro dove ancora non è stato riconosciuto né sottoscritto quanto già contrattato e deciso.

Lo sciopero arriva dopo una serie di assemblee nelle aziende e dopo l’attuazione del blocco di flessibilità e prestazioni aggiuntive, adottato per chiedere alle aziende di applicare in modo pieno il rinnovo. “Siamo passati dall’essere indispensabili per mantenere riforniti gli scaffali nei mesi di chiusura della pandemia da Covid-19, al non vedere riconosciuto nemmeno il diritto al rinnovo del Contratto”, commentano Gianluigi Bramaschi della FAI-CISL, Valentino Rottigni della FLAI-CGIL e Rossella Valente di UILA-UIL provinciali.

Dopo le difficoltà attraversate, proseguono i sindacalisti, “appare incomprensibile la posizione di Confindustria arroccata nel non voler riconoscere l’aumento contrattuale e l’applicazione della parte normativa discussa insieme in questi sei mesi di difficili trattative. Vogliamo ricordare che nel periodo più duro della pandemia questo settore non si è mai fermato e, anzi, molte aziende hanno visto un aumento dei volumi produttivi.  Ribadiamo con fermezza che il Contratto nazionale degli Alimentaristi Industriali è quello siglato la notte del 31 luglio con Unionfood, Assobirra e Ancit chiediamo pertanto a Federalimentare a tutte le organizzazioni datoriali e alle aziende di aderirvi. I lavoratori del settore meritano quei 119 euro contrattati, come meritano l’applicazione delle parti normative sulla lotta alla discriminazione, sul rafforzamento e universalizzazione del welfare; meritano la maggiore attenzione posta nel rinnovo ai temi della salute e della sicurezza come la valorizzazione dei percorsi formativi per tutti i lavoratori; meritano gli ampliamenti dei congedi parentali e la valorizzazione della normativa sul lavoro agile”.

Invitiamo Confindustria  – proseguono i sindacalisti – a non disperdere il valore della contrattazione, invitiamo le aziende a sottoscrivere e applicare interamente i contenuti dell’intesa dando dignità al lavoro e riconoscendo l’unità del comparto agroalimentare. A darci ragione sono le numerose aziende che, smentendo le proprie associazioni di categoria, hanno già firmato con le organizzazioni sindacali territoriali l’applicazione del CCNL del 31 luglio. Quello sottoscritto è l’unico Contratto nazionale possibile per i lavoratori dell’Industria Alimentare”. Insieme alle categorie degli alimentaristi scioperano anche FELSA-CISL, NIDIL-CGIL e UILTEMP-UIL che rappresentano i lavoratori in somministrazione nel settore dell’industria alimentare.

Il contratto nazionale c’è e va applicato, – concludono i tre sindacalisti – e per le aziende che non lo faranno la mobilitazione continuerà ben oltre il 9 ottobre. Proseguirà fino a quando non verrà riconosciuto il diritto all’applicazione di quanto contrattato. Le dichiarazioni di Federalimentare che considera quello del 31 luglio un accordo di settore è priva di fondamento e ha il solo scopo di giustificare un’incomprensibile presa di posizione che mira a dividere il fronte dei lavoratori, indebolire il sindacato e negare le importanti conquiste economiche e normative che il nuovo CCNL vuole garantire”. 

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