Sicurezza e salute al primo posto nel riaprire i servizi all’infanzia

riaprire i servizi all'infanzia

Il tema della riapertura dei servizi educativi scolastici dell’infanzia (fascia 0-6 anni) è quanto mai  sentito tra le famiglie italiane e in particolar modo a Bergamo. Dopo la riflessione di Mario Gatti (Segretario Cisl Bergamo) sulla necessità di non aspettare oltre nel garantire l’accesso ai nidi e predisporre un piano di riapertura per i centri estivi, sull’argomento è intervenuto anche Angelo Murabito, Segretario Fp Cisl Bergamo. “Comprensibilmente – spiega – gruppi di famiglie  premono per una riapertura dei servizi anche perché hanno affrontato e stanno affrontando in modo importante l’emergenza sanitaria conciliando la propria attività lavorativa con  l’educazione dei figli in un contesto difficile anche economicamente. Siamo convinti che le  famiglie si sono dimostrate la vera rete di sicurezza del Paese, che ha permesso all’Italia di reggere in queste settimane complesse di emergenza”.

Certamente la riapertura non può derogare dall’attenzione posta alla sicurezza dei bambini, del personale e delle famiglie. “Il tema dei servizi educativi o meglio dell’educazione per la crescita  dei bambini – aggiunge – Gatti – richiede particolare attenzione, ad oggi si è avviata  l’interlocuzione con ANCI. Nessun passo avanti è ammissibile se non sono garantiti tutti i  requisiti di sicurezza per gli stessi bimbi che per gli operatori: deve comunque rimanere  prioritario il confronto con le organizzazioni sindacali nell’ambito delle scelte politiche per non  lasciare sole le famiglie“.

Se il bisogno di “servizi sicuri” non si discute quello che è mancato, per una effettiva concretizzazione, è stata la chiarezza da parte delle Istituzioni spesso arrovellate con dichiarazione contrastanti tra i Ministri. “Una mancanza di chiarezza – insistono Murabito e  Gatti – che ha portato molti Comuni a spingere per riaprire in autonomia. E’ evidente che è mancata un’ottica omogenea. Di fatto i Comuni sono impossibilitati ad agire (sarebbero fuori  norma) in quanto legati al DPCM del 26 aprile dove è ribadita la chiusura delle attività didattiche di ogni ordine e grado. Concetto ripreso anche nel D.L. del 16 maggio“. Per i prossimi mesi la questione centrale saranno i centri estivi. Il Governo ha stanziato con il Decreto Rilancio 150.000.000 euro per il settore, investimento rivolto ai centri estivi e le altre iniziative a sostegno dei bambini. Anche qui la Cisl e la categoria della Funzione Pubblica ritengono che le ragioni sanitarie sono l’aspetto primario di una possibile sperimentazione per i centri estivi. Si dovrà discutere in maniera obiettiva sui dubbi  che permangono.

Per gli operatori – continua Murabito – i dubbi rimangono e concernono  l’impossibilità a mantenere il distanziamento, difficoltà che sarà inversamente proporzionale  all’età del bambino. Difficoltà strutturali legate al numero dei bambini e delle classi piccole. In questa fase è fondamentale il tema della sicurezza della sanificazione frequente dei locali e dei giocattoli, l’utilizzo dei  termoscanner, la somministrazione dei pasti”. Istanze non marginali che si agganciano al rilancio del tema dell’occupazione. “Servono risorse – aggiunge Gatti – per implementare il personale anche per sostenere le attività svolte dalle cooperative sociali che offrono questi servizi, serve inoltre assicurare un impegno sul tema dell’edilizia scolastica. Pertanto è necessario stilare dei  protocolli chiari e condivisi”.

Gatti e Murabito non guardano di buon occhio fughe senza prima interventi sinergici, proattivi, pianificati e finalizzati a partire dall’organizzazione dei centri estivi nell’osservanza severa e rigorosa delle misure di sicurezza nell’interesse dei bambini e delle lavoratrici e lavoratori del settore che soprattutto in questa fase andrebbero coinvolti per primi nella progettazione della riapertura, in quanto sono i soli ad avere la consapevolezza delle criticità presenti nei rispettivi servizi educativi. Il Dipartimento delle politiche per la famiglia d’intesa con i Ministeri coinvolti ha emanato da poco le linee guida e da qui che bisogna partire per la stesura di protocolli chiari e condivisi al fine di tutelare al meglio gli interessi e la sicurezza dei bambini e del personale

Anche Katia Dezio (Coordinamento Donne della Cisl Bergamo) interviene sull’argomento sostenendo che è necessario trovare un equilibrio tra salute, igiene e sicurezza ed educazione-istruzione-socializzazione; ovviamente in modi differenti e diversificati per fasce d’età che notoriamente sottostanno a esigenze diverse. Serviranno sì figure professionali diverse e supplementari, ma con la finalità di gestire i collegamenti fra scuola e famiglia, per le coperture delle dilatazioni di orari di lavoro dei genitori, che diventano un ulteriore disagio nel disagio, le difficoltà della tecnologia con la didattica a distanza, il trasporto, la mensa a fasce diversificate. Qualcosa bisogna inventarsi e il modello è tutto da ricostruire per andare incontro alle difficoltà della gente. I permessi e i congedi da marzo a settembre, non sono risolutivi, sono soltanto un tampone. I servizi scolastici sono sì indispensabili, e non devono prescindere dalla sicurezza e soprattutto devono trovare soluzione alle necessità famigliari.

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