Stereotipi duri da scalfire alimentano la violenza di genere

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Per combattere il fenomeno della violenza contro le donne occorre affrontarlo e non ignorarlo, conoscerlo ed impegnarsi con tutti gli strumenti a disposizione.  E’ l’atteggiamento condiviso dai partecipanti al convegno “Contro la violenza facciamo tutti la nostra parte” organizzato all’auditorium “Ermanno Olmi” di Bergamo da CGIL, CISL e UIL di Bergamo, con la collaborazione delle Associazioni “Centro antiviolenza Aiuto Donna”  e “La Svolta Spazio Ascolto Uomini Maltrattanti di Bergamo”. Si tratta di un evento patrocinato da Comune e Provincia di Bergamo con il contributo di Ivo Lizzola docente dell’Università degli Studi di Bergamo.

“Serve dunque creare azioni di sistema – ha introdotto i lavori Katia Dezio (responsabile Coordinamento Donne Cisl Bergamo) – per fare “cerniera” tra dinamica politica e dinamica sociale. Veniamo in contatto con migliaia di persone, ci ritroviamo fra le mani, ma soprattutto nella testa, migliaia di problemi da gestire o da mettere in fila, e capita, ahimè, sempre più frequentemente, di ascoltare frammenti e spaccati di vita che trattano, sotto le più svariate forme, di molestie e di violenza” .

Gli ultimi dati Istat (aggiornati al novembre 2019) danno un’idea gli stereotipi duri da scalfire che costituiscono purtroppo un humus dal quale molestie e violenze crescono con facilità. Isabel Perletti, Consigliera di Parità della Provincia di Bergamo ne ha evidenziati alcuni: per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro” (32,5%); gli uomini sono meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche (31,5%); sul tema della violenza nella coppia, il 7,4% delle persone ritiene accettabile sempre o in alcune circostanze che “un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha flirtato con un altro uomo”, il 6,2% che in una coppia ci scappi uno schiaffo ogni tanto. Inoltre, il 39,3% della popolazione ritiene che una donna è in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole. Anche la percentuale di chi pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire è elevata (23,9%).

La battaglia contro la violenza di genere – ha concluso Dezio – non va combattuta solo nel recinto di un’azione o di un intervento tecnico; sono fondamentali tre dimensioni, coessenziali e strettamente connesse: legislazione, contrattazione e cultura.  Infatti, la grande proliferazione di leggi in materia, nel nostro paese, non ha risolto il problema. Il clima è ancora troppo chiuso, impaurito e spesso anche omertoso: le coscienze devono essere risvegliate. Il percorso formativo pare, ancora una volta, la via da praticare per eccellenza: un percorso formativo, educativo e divulgativo, promuovendo itinerari che vadano a formare anche i nostri delegati, per puntare poi a una dimensione universale che coinvolga tutti e tutte le pieghe della società”.

Tutti gli interventi video: 
Katia Dezio (Responsabile Coordinamento Donne Cisl Bergamo)
Luisella Gagni (Cgil Bergamo) 
Marzia Marchesi (Assessore Pari Opportunità – Comune di Bergamo) 
Isabel Perletti (Consigliera di Parità – Provincia di Bergamo) 
Marcella Messina (Assessore Politiche Sociali – Comune di Bergamo) 
Sara Modora (Associazione Aiuto Donna) 
GianArturo Rota (Associazione La Svolta) 
Fabio Chiassi (Associazione La Svolta) 
Rossella Buccarello (Uil Bergamo) 

Ivo Lizzola (Università degli Studi di Bergamo) 

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