155 chilometri di lunghezza complessiva. 43 di questi dividevano in due Berlino Ovest da Berlino Est. Gli altri 112 separavano la parte occidentale della città dal resto della DDR. Nel centro di Berlino il muro confinava con la Porta di Brandeburgo eretta nel 1788 per celebrare un periodo di pace. La divisione di Berlino era stata decisa a Jalta dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: quattro settori amministrati da Francia, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Unione Sovietica. L’area più estesa era quella sovietica, mentre negli anni seguenti i tre settori controllati dagli stati occidentali divennero sostanzialmente una parte della Germania Ovest, circondata dai territori della DDR, la Repubblica Democratica Tedesca. Man mano che le tensioni tra Occidente e Unione Sovietica aumentavano, le possibilità per gli abitanti di Berlino di passare da Ovest a Est e viceversa diminuirono costantemente e nel 1952 il confine diventò praticamente chiuso. Tra il 1949 e il 1961 circa 2,5 milioni di tedeschi dell’est erano passati a Berlino Ovest: maggiori libertà e condizioni di vita migliori. La DDR decise di costruire un muro attorno ai settori occidentali della città proprio per fermare quelle che considerava delle diserzioni. Più di 250 persone siano state uccise mentre tentavano di passare a Berlino Ovest.
Nella seconda metà degli anni Ottanta la comunità internazionale spingeva verso una Germania di nuovo unita. Davanti alla Porta di Brandeburgo il 12 giugno 1987 il presidente statunitense Ronald Reagan pronunciò davanti a 45.000 mila. Chiese all’allora segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica, Michail Gorbaciov, di “buttare giù questo muro!”. La pressione non arrivava solo da ambienti politici. Il 19 luglio 1988 il leggendario cantante statunitense Bruce Springsteen tenne un concerto a Berlino est, nel parco di Weißensee, una manciata di chilometri dal muro. Parteciparono circa 160mila persone, soprattutto ragazzi, e circolano stime ancora più alte: fu il concerto più affollato nella storia della DDR. Durante il concerto Springsteen lesse da un foglietto un breve discorso in tedesco maccheronico, che suonava così: “Volevo dirvi che non sono qui per criticare un governo, ma per suonare un po’ di rock’n’roll per i berlinesi dell’Est nella speranza che un giorno ogni barriera sarà demolita”. E poi attaccò con Chimes of Freedom
Il muro cadde il 9 novembre 1989 senza un’effettiva decisione presa a tavolino. Fu una dichiarazione inaspettata di Günter Schabowski (portavoce del governo della DDR). Rispondendo a una domanda del corrispondente dell’agenzia di stampa italiana ANSA, Riccardo Ehrman, Schabowski spiegò confusamente che il governo aveva appena approvato «un nuovo regolamento che rende possibile per ogni cittadino della Repubblica Democratica Tedesca di uscire attraverso i posti di confine della Repubblica Democratica Tedesca». Incalzato dai giornalisti presenti, Schabowski aggiunse che le nuove misure avevano effetto «immediato». In realtà Schabowski doveva annunciare che in futuro per i berlinesi della parte Est sarebbe stato più facile ottenere dei permessi per visitare brevemente l’Ovest. Ma il portavoce non aveva partecipato alla riunione del governo in cui erano state prese tutte le misure di cui aveva parlato, e non ebbe occasione di capirle meglio. Così, quando disse che sin da subito ogni berlinese dell’Est poteva passare nella parte Ovest della città, non ci fu nulla che trattenne i berlinesi dal raggiungere il confine.
Entro sera una folla gigantesca si era radunata davanti ai checkpoint del muro di Berlino. Alle 20, quando andarono in onda i telegiornali della Germania Ovest (che si vedevano anche all’Est) con i titoli tutti dedicati all’apertura dei confini, la folla davanti al punto di controllo di Bornholmer Strasse si era fatta sempre più grande. Alle 21 c’era così tanta gente che tra le guardie di frontiera cominciò a diffondersi il panico. Alle 23.30 la folla era oramai incontrollabile e il tenente colonnello della guardia di frontiera Harald Jäger prese l’unica decisione che a quel punto gli sembrava possibile: senza aspettare i suoi superiori, diede ordine ai suoi uomini di aprire i varchi tra Berlino est e Berlino ovest. Immediatamente una folla di decine di migliaia di persone si riversò dall’altro lato, accolta dagli abitanti di Berlino ovest che si erano radunati in attesa dell’arrivo dei loro vicini orientali, mentre molti altri salirono festanti sopra al muro.
Nei giorni successivi tutto accadde molto velocemente. I controlli fra le due parti delle città si interruppero da subito. Addirittura i soldati della DDR iniziarono a staccare pezzi di muro già dal 10 novembre, mentre nei giorni immediatamente successivi furono aperti vari passaggi nelle parti più sottili del muro. La piazza della Porta di Brandeburgo fu completamente riaperta il 22 dicembre. Fra giugno e novembre del 1990 il muro fu completamente abbattuto
1989: la caduta del Muro di berlino nei tg italiani