L’edilizia bergamasca torna in piazza il 15 novembre

Tornano a manifestare i lavoratori delle costruzioni. Non uno sciopero generale, ma una “giornata di mobilitazione e proposte”. L’appuntamento è il 15 novembre in 100 piazze italiane. Tra le richieste unitarie presentate alla riunione di Roma troviamo una vera politica industriale, una riforma fiscale che riemetta realmente soldi nelle tasche di lavoratori e pensionati e non ultima, una riforma previdenziale che riconosca che i “lavori non sono tutti uguali”.

E anche il mondo dell’edilizia bergamasca si sta preparando alla mobilitazione nazionale per continuare il percorso di sensibilizzazione verso il Governo, per un rilancio del settore dei materiali da costruzione. I segretari orobici di Feneal Uil (Giuseppe Mancin), Filca Cisl (Simone Alloni ) e Fillea Cgil ( Luciana Fratus) ritengono positiva l’intenzione di “rilanciare un’azione unitaria (decisa nella riunione di Roma dei giorni scorsi) che dia continuità al messaggio gridato a gran voce da 20 mila manifestanti in  Piazza del Popolo il 15 marzo scorso”.

I tre sindacalisti ripartono dal rilancio dell’edilizia come volano dell’economia bergamasca: “È necessario investire concretamente in infrastrutture che migliorino la viabilità e la rendano più sicura, non dimenticando tutti quegli interventi utili a prevenire il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza delle aree a rischio smottamento, ancora oggi molto trafficate. Un ricordo va alle molte vittime sul lavoro,  purtroppo quest’anno ancora molte nella nostra provincia, ribadendo l’importanza di trovare nuove modalità per la prevenzione agli infortuni e la presa di coscienza che la sicurezza nei luoghi di lavoro va posta prima di ogni cosa. In quest’ultimo anno, dove l’edilizia a Bergamo ha visto una timida ripresa, serve una concreta  e celere azione da parte dello Stato che riveda tutto il tema appalti e superi il deficit di tutela, di trasparenza e di lotta alla criminalità, introdotto con il decreto “sblocca cantieri”.

Infatti, dal 2017 a oggi, le imprese registrate tra Cassa Edile e Edilcassa sono aumentate di circa 20 unità, mentre lavoratori e ore lavorate sono salite, anche se di poco (da 13.067 a 13.800, da 13milioni e 400 mila a 14 milioni e 800 mila ore). Però, i dati di settembre destano le prime preoccupazioni: sono infatti 23.289 le ore di cassa integrazione ordinaria richieste dal settore Edile,  pari al 46% del totale, in netto aumento rispetto allo stesso periodo del 2018. Sette su 15 i fallimenti registrati nella bergamasca legati all’edilizia.

Negli ultimi anni chi lavora nel settore – concludono i sindacalisti – ha avuto modo di assistere a varie riprese terminate poi nel fallimento. Alla fine del 2018 si pensava e si sperava in un 2019 totalmente diverso, ma temiamo che le aspettative possano essere  deluse”. Continuano intanto a livello nazionale i tavoli di confronto con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, mentre le segreterie regionali di Feneal, Filca e Fillea  ritorneranno dall’Assessorato allo Sviluppo Economico lombardo, che già li aveva incontrati il 3 settembre scorso.  

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