Puntare sul potenziamento della formazione di delegati e delegate

potenziamento della formazione

Una trentina di delegati e delegate della macro-area di Treviglio e Romano di Lombardia ha partecipato in questi giorni al piano formativo a Vidalengo, organizzato dalla Cisl Bergamo e dal suo Dipartimento formazione. E’ un primo step (che si replicherà a breve nella macro-area di Ponte San Pietro e poi via via in tutto il territorio della Bergamasca) che recepisce le indicazione di potenziamento della formazione ai delegati e alle delegate emerse nell’ultima assemblea organizzativa del primo sindacato bergamasco. Una formazione (gestita da Daniela Milanesi) di condivisione e di sollecitazione reciproca che servirà sempre di più a offrire risposte salienti alle persone incontrate nei luoghi di lavoro.

Nello specifico venerdì mattina l’attenzione si è concentrata sul cosiddetto “modello Bergamo”, grazie alla presenza di Candida Sonzogni (Segretaria Cisl Bergamo). Una Cisl, quella Bergamasca, che si è sempre pensata come un qualcosa di unico tra il fare contrattazione e il fare servizi. “In quest’ottica – ha ribadito Sonzogni – il gruppo dirigente che si è avvicendato alla guida della Cisl Bergamo ha sempre osservato quest’unitarietà tra la funzione contrattualistica (in senso stretto la tutela del lavoro), la funzione dei servizi (l’assistenza ai bisogni) e i ruoli delle persone all’interno dell’organizzazione. Quindi tutto s’intreccia nell’esercizio diffuso della nostra azione sindacale di “sentinelle sociali” rispetto ai bisogno delle persone.  Sonzogni ha poi condotto un’esaustiva panoramica dei servizi Cisl  partendo dall’Inas, nata 70 anni fa come “avvocato” dei poveri, e citando lo IAL (formazione professionale), il Sicet (tutela inquilini), l’Adiconsum (difesa consumatori), l’Anolf (ufficio stranieri), il Caf (assistenza fiscale)…  “Vedete dunque come accanto alle categorie – ha spiegato Sonzogni ai delegati presenti – si formano i servizi per rispondere essenzialmente, in un’ottica di rete, alle esigenze delle persone“.

Si è portato l’esempio degli assegni familiari dove categorie e diversi servizi hanno agito insieme, costruendo insieme una risposta tempestiva in tutta la Bergamasca, affinché le persone che avessero manifestato un interesse in tal senso non uscissero dalla Cisl Bergamo senza aver ricevuto una soluzione concreta. “Un modus operandi – ha ripreso Sonzogni – che ci ha premiato in quanto è emerso che siamo stati, come Cisl, la realtà che ha messo in pista più pratiche riguardanti gli assegni familiari. E i numeri contano nel capire il valore della risposta esercitata, ovviamente cercando, dove possibile, di garantire una corsia privilegiata all’iscritto alla Cisl che sceglie un’adesione ideale e poi concreta all’associazione“. Per decifrare l’impegno non indifferente della Cisl sono stati evidenziati alcune statistiche importanti.

Nel 1993 (quando è iniziata l’attività dei Caf) si sono finalizzati 15.000 modelli 730 che hanno portato 1300 nuovi iscritti. A tutt’oggi si arriva a 125.000 pratiche di dichiarazione dei redditi con numero generativo di iscritti che va oltre i 9.000. Infine, si è spiegato come la dinamica che regge i servizi si sviluppa di pari passo con l’evolversi della società nella quale la Cisl Bergamo è chiamata a dare risposte.In questo senso – ha ripreso Sonzogni – è esemplare richiamare l’esperienza dello Sportello Lavoro, il primo aperto in tutta Italia e che consente a chi ha bisogno (iscritti e non iscritti) di avere un’assistenza nella compilazione del curriculum. L’idea di far nascere uno Sportello Lavoro e d’investirci in modo così importante (una persona a tempo pieno, e due persone a part-time) è nata dalla sollecitazione che era emersa da una indagine effettuata dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli“. 

 

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