Consigli Adiconsum contro il caro scuola da 1000 euro

caro scuola da 1000 euro

Le spese di settembre partono inevitabilmente da quelle per la scuola e spesso sono consistenti, specialmente quando si inizia da una prima classe o quando c’è da rinnovare tutto il kit. “I prezzi al dettaglio, rispetto al 2018, – precisa Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo – registrano quest’anno un incremento medio del 2,5%, con le marche più richieste dai giovani (legate a squadre sportive, cartoni animati, bambole o personaggi e serie tv famosi) che hanno ritoccato al rialzo i listini. Il risparmio sul corredo scolastico richiede consumatori attenti e smaliziati. No alla pressione della moda, lista della spesa ragionata, giusta attesa delle indicazioni dei professori per i prodotti più tecnici”.

L’esborso per il materiale scolastico completo raggiungerà, durante l’anno scolastico 2019/2020, la quota di 500 euro a studente su base annua, cui va aggiunto il costo per libri di testo, altra voce che inciderà pesantemente sui portafogli delle famiglie italiane, variabile a seconda del grado di istruzione e della scuola, con un rialzo previsto intorno al 2%. “E così – continua Busi – la spesa complessiva delle famiglie a studente può arrivare, fra corredo e libri, a superare i 1000 euro”.

Da ADICONSUM BERGAMO, alcune regole per creare occasioni di risparmio

1) Lo shopping sul web, fra comparazione prezzi e controllo della spesa, può arrivare a far risparmiare oltre il 30% specialmente su prodotti quali gli zaini e strumenti musicali. E il risparmio c’è se si sceglie di fare una spesa ragionata, che da un lato approfitti delle offerte delle grandi catene commerciali, comprando solo i prodotti ribassati e non cedendo alla lusinga di avere tutto subito, dall’altro  meno prodotti di marca e soprattutto meno prodotti di moda (cartoon, prodotti lanciati in tv) permettono di salvare qualche denaro.

2) Insegnare ai ragazzi a non inseguire necessariamente la moda del momento e a non farsi condizionare dalla pubblicità. Non seguendo le mode, per il corredo potreste spendere il 40% in meno, acquistando prodotti di identica qualità. Basta non comperare gli articoli legati ai personaggi dei cartoni animati, rinunciare allo zaino dei beniamini o all’astuccio visto in tv. Provare a renderli liberi dal mercato pubblicitario o cercare, almeno, un compromesso.

3) Negli ipermercati si può arrivare a risparmiare fino al 30% rispetto al corredo acquistato in cartolibreria se la catena decide di usare i prodotti scolastici come prodotti civetta, ossia vendendoli a prezzi  sottocosto, per fidelizzarvi da loro, contando sul fatto che poi acquisterete anche tutto il resto, non scontato. Approfittatene, quindi, ma acquistate solo i prodotti realmente in offerta! Poi cambiate negozio. Il rischio è di acquistare anche quello che non vi serve, vanificando il risparmio. Andare, quindi, con la lista dettagliata della spesa fatta razionalmente a casa e  rispettarla.

4) Anche negli ipermercati si possono comprare libri scolastici. Il risparmio oscilla dal 25% del prezzo di copertina (in buoni spesa e se si ha la tessera del super o con prenotazione online) al 20% sempre in buoni sconto o al 15% ma non in buoni acquisto. Altre opzioni sono l’acquisto dei libri online (fino al 15% di sconto sul prezzo di copertina) e quello dei libri usati, che abbatte il prezzo anche del 50%.

5) Non fatevi prendere dall’ansia del tutto e subito. Non è obbligatorio acquistare subito tutto quello che servirà durante l’intero anno scolastico. Le scorte di quaderni e penne si possono fare se sono in offerta, altrimenti meglio rinviare l’acquisto.

6) Attendere i professori per le cose più tecniche (compasso, dizionari…) al fine di evitare acquisti inutili o, peggio ancora, sbagliati.

7) Kit a prezzo fisso possono convenire. Confrontare comunque i prezzi dei singoli articoli e controllare la qualità del prodotto, specie per lo zaino ed il trolley (per la schiena è preferibile il trolley, salvo ci siano troppe scale da fare all’interno della scuola ed il trolley non abbia spallacci a scomparsa). Meglio se queste offerte promozionali sono frutto di un accordo con le associazioni di consumatori, che fanno da garante.


Sulla vicenda del “caro scuola”, Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo, risponde alla lettera che Antonio Terzi, vicepresidente di Confesercenti, ha inoltrato alla stampa locale.

Caro Terzi,
compito delle associazioni dei consumatori è quello (nomen omen) di difendere i consumatori, e attrezzarli perché siano sempre più protagonisti di scelte consumeristiche consapevoli, non certo quello di attaccare i librai. Il nostro ragionamento parte dalle spese di settembre, e sottolineare che a settembre si spende tanto per la scuola non mi pare un “fresconata”; dire che se le famiglie si faranno abbindolare dalle marche e dai “personaggi delle serie tv” spenderanno mediamente il 30% in più, lo stesso. Che poi (prendiamo a esempio i libri consigliati da un liceo della provincia) la lista dei libri consigliati superi i 589 € non lo inventiamo noi. La Dote Scuola è misura che aiuta famiglie in stato di disagio che, per fortuna non sono la maggioranza, ma che non toglie niente al dato della spesa, e la possibilità di vendere e comprare i libri a metà prezzo perché usati viene spesso vanificata dai frequenti cambi di liste consigliate dalle scuole.

Lei dice che le famiglie spendono per l’istruzione lo 0.9% del totale: noi non diciamo il contrario, ma solo che quest’anno spenderanno il 2,5% in più del precedente. Mischiare numeri e percentuali fa solo confusione, e non aiuta a trovare soluzioni.

E badi bene: noi non siamo contro i negozi di vicinato e a favore della GDO. E mi permetto di autocitarmi: “Approfittatene, quindi, ma acquistate solo i prodotti realmente in offerta! Poi cambiate negozio. Il rischio   è di acquistare anche quello che non vi serve, vanificando il risparmio”….  

Tralascio gli altri passaggi che lei ha mal digerito, e la invito a considerare tutto il ragionamento nella sua interezza. In non poche occasioni abbiamo, come CISL e come ADICONSUM, richiesto interventi per il mantenimento di una rete di negozi di vicinato. Tra l’altro, molti negozi fanno sconti sui libri attraverso convenzioni con CRAL o associazioni e noi quando siamo interpellati li segnaliamo. Nulla ci vieta, allo steso modo, di invitare i consumatori a farsi attenti analisti della loro spesa.

 

 

 

Potrebbe piacerti anche

Archivi

Categorie

Tags:

Altri post simili