Sforbiaciata del Governo all’Inail mentre i morti sul lavoro aumentano

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Il Governo taglierà i fondi per la sicurezza sul lavoro. Si tratta di 410 milioni di euro che, tra il 2019 e il 2021, non verranno destinate alle “risorse strutturali” che l’Inail avrebbe utilizzato per finanziare progetti di investimento e formazione in salute e sicurezza. Una decisione annunciata mentre i morti sul lavoro sono aumentati del 4,5%. Amareggiato Danilo Mazzola, segretario provinciale della Cisl Bergamo: “Aldilà delle discussioni sui numeri e su come contarli, esercizio che lascia il tempo che trova, dal momento che parliamo di persone, Bergamo ha pagato un dazio altissimo alla sicurezza negli ultimi 12 mesi. Mentre aspettiamo i dati definitivi sugli infortuni in itinere, che riguardano lavoratori a tutti gli effetti, abbiamo contato 21 morti bergamaschi, o vittime del lavoro in provincia di Bergamo, da gennaio a oggi”.

Mazzola contesta la decisione del Governo di tagliare fondi all’Inail che sarebbero destinati a formazione e salute. “È una grande vergogna – sostiene Mazzola – perché avviene mentre la condizione lavorativa peggiora e aumentano gli infortuni e le malattie connesse al lavoro. L’emendamento va cancellato, anche perché non c’è traccia di una qualificazione delle prestazioni a favore dei lavoratori, mentre si sgravano le imprese con una decisa riduzione dei premi assicurativi. Questa risorse dovrebbero essere utilizzate per incrementare la sicurezza dei lavoratori. Togliere il sostegno alla prevenzione sulla sicurezza alle piccole e medie imprese è assurdo”.

Tutto questo mentre Organizzazioni Sindacali e Confindustria hanno sottoscritto, a livello nazionale, l’accordo su “Salute e Sicurezza” in attuazione al “Patto per la Fabbrica”. L’accordo tocca diversi temi inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro, confermando la volontà congiunta delle Parti in iniziative condivise, necessarie a promuovere la prevenzione e a contrastare le esposizioni ai rischi sul lavoro. Aspetto importante, sono le forme di sostegno finalizzate al ricollocamento di lavoratori, con forme di disabilità, che prevedono soluzioni tecnologiche organizzative o contrattuali, che consentano la eliminazione o la riduzione dei fattori che impediscono o rendono difficile l’impiego delle stesse.  Viene definito, in modo congiunto e collaborativo, il ruolo determinante delle figure della prevenzione e della vigilanza (RLS e RLST) con funzioni di rete, che i territori dovranno sviluppare.

L’intesa rappresenta un ulteriore passo del percorso delineato col Patto per la fabbrica – conclude Mazzola – che da gennaio vedrà le parti impegnate sui temi della riduzione del costo del lavoro, delle politiche fiscali, delle politiche attive per l’occupazione, della formazione, del capitale umano, del welfare, nonché sui temi legati alla partecipazione all’Europa con particolare attenzione alle politiche di coesione e di sviluppo”.

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