Cgil, Cisl e Uil pronti alla mobilitazione se il governo non ascolta

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Oltre 1500 sindacalisti Cgil Cisl e Uil delle regioni del Nord-Italia (un pullman intero è arrivato da Bergamo accompagnato dalla Segreteria) hanno accolto con un intenso applauso l’annuncio della mobilitazione se il governo Conte non avvierà il confronto promesso sui decreti attuativi della manovra. La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, concludendo l’attivo unitario al Teatro Nuovo di Milano, è stata chiarissima: “Il presidente del consiglio ha garantito che ci sarà un confronto con i sindacati su tutti i temi che riguardano la manovra. Se questo confronto non ci sarà useremo tutti gli strumenti in nostro possesso e la mobilitazione sindacale”. I temi caldi sui quali i sindacati invocato un’opportuna attenzione e risposte certe dal governo sono il lavoro, la crescita e lo sviluppo. “Se non ne avremo – ha aggiunto Annamaria Furlan – sarà giunto il momento di una grande iniziativa nazionale, per far sentire la  voce di quegli oltre 13 milioni di uomini e donne del lavoro che ancora oggi affidano la loro rappresentanza a Cgil Cisl Uil”.

I sindacati chiedono al governo di avviare i tavoli di confronto su tutti i temi, a partire dalle infrastrutture, da un fisco che sia “amico del lavoro”, dalla pubblica amministrazione, arrivando a interventi per i giovani, alla previdenza e al Reddito di cittadinanza. L’attivo delle Regioni del Nord (in contemporanea oggi a Roma e Napoli) è inserito in un percorso di incontro e confronto che ha visto partecipare oltre 400 assemblee sul territorio e nelle aziende coinvolgendo migliaia di lavoratori e pensionati. “Abbiamo voluto coinvolgere in modo attivo, partecipativo, la nostra gente, il nostro mondo del lavoro, e la risposta è stata importante – ha sottolineato Furlan -. Quando parliamo di crescita parliamo di crescita nella qualità, di quello che si produce e di come lo si produce.  Qualità innanzitutto del lavoro, perché non si crea competitività sulla qualità, dimezzando le ore di alternanza scuola-lavoro, tagliando ricerca e innovazione“.

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