Sciopero e presidio di tutti i lavoratori del gruppo Pozzoni

Sciopero e presidio di tutti i lavoratori del gruppo Pozzoni

Sciopero e presidio fuori dai cancelli di Eurogravure e Nuove Arti Grafiche. Sindacati e RSU del gruppo Pozzoni non hanno digerito “la formale disdetta di tutti gli accordi di secondo livello, compresi quelli sull’orario di lavoro e organici. Un atto unilaterale da parte dell’azienda che riteniamo inaccettabile e pericoloso”. Così FISTEL CISL, SLC CGIL e UILCOM UIL hanno indetto ieri (lunedì 6 novembre) un pacchetto di 4 ore di sciopero nelle ultime ore dei turni. Oggi (7 novembre) le turnazioni degli scioperi continueranno e, dalle 10 alle 13 è stato programmato anche un presidio di fronte allo stabilimento di Bergamo, cui sono invitati a partecipare gli oltre 500 lavoratori del gruppo che fa capo allo “stampatore” Pozzoni.

È già previsto per il 9 novembre un incontro di gruppo delle RSU per “valutare il proseguo della mobilitazione e le considerazioni complessive sulla situazione aziendale”, si legge nel volantino sindacale. “Da sempre – dicono Luca Legramanti,  Paolo Turani e Bruno Locatelli, rispettivamente segretari di FISTEL CISL, SLC CGIL e UILCOM UIL di Bergamo – abbiamo manifestato la nostra assoluta contrarietà alla riduzione del costo del lavoro e all’eliminazione della contrattazione di secondo livello così come prospettato dalla direzione aziendale. Non è servito a granché, evidentemente, continuare la discussione con la proprietàLe assemblee  hanno dato mandato alle segreterie e alle RSU di mettere in campo tutte le iniziative necessarie per salvaguardare la contrattazione di secondo livello.

I sindacati hanno inoltre evidenziato come gli stabilimenti necessitano di urgenti interventi industriali e strutturali per tornare ad essere competitivi. Gli investimenti mancano da troppo tempo nelle due aziende e sono l’unico modo che la nuova proprietà ha a disposizione per un rilancio industriale del polo di Bergamo e Treviglio. Gli oltre 500 dipendenti del gruppo hanno già pagato di tasca propria gli errori e le speculazioni delle precedenti proprietà e vogliono tornare a parlare di lavoro e investimenti.

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