Il volano delle infrastrutture per far ripartire le costruzioni

Il volano delle infrastrutture per far ripartire le costruzioni

Far ripartire le infrastrutture – i cantieri fermi e quelli da avviare – significa far ripartire l’edilizia. Un settore che, ha ricordato intervenendo a Genova Stefano Macale, segretario nazionale della Filca Cisl, è stato “messo in ginocchio da 10 anni di crisi che hanno provocato la perdita di 800 mila posti di lavoro e la scomparsa di 120 mila aziende“. Ridurre la questione “a mere diatribe ideologiche“, ha denunciato Macale, “è gravissimo e profondamente sbagliato, chi governa il Paese si sta assumendo una responsabilità pesantissima per il futuro della nazione, per il benessere dei nostri figli e delle generazioni future“.  “Il gap infrastrutturale che paghiamo nei confronti dell’Europa – ha aggiunto il segretario Filca – si colma realizzando le opere, come Tav, Terzo Valico, Gronda e Tap, per citarne alcune, e non certo con il reddito di cittadinanza. Il ‘no’ a qualsiasi cosa potrà anche servire ad ottenere un facile consenso ma non va bene, bisogna avere il coraggio di fare, di agire e rimboccarsi le maniche per ricostruire l’Italia“.

Tra l’altro, il blocco delle opere ha spesso un costo enorme, non solo in termini di occupazione. Secondo il commissario alla Tav, Paolo Foietta, il blocco dell’opera avrebbe dei costi per il Paese che superano i 4 miliardi.Anziché i 2,9 miliardi che ci servono per avere un’opera nuova, aggiornata, di rango europeo – ha spiegato Foietta -. Non c’è bisogno di una clausola, in questo caso,basta il diritto naturale. Se hai firmato un accordo e hai ricevuto dei fondi vincolati a quella destinazione, sei obbligato a restituirli se cambi idea“. Sulla Tav il fronte del lavoro è quanto mai unito. Confindustria ha annunciato che convocherà a Torino un Consiglio generale straordinario, allargato alla partecipazione dei Presidenti di tutte le Associazioni territoriali d’Italia per protestare contro una scelta, quella del blocco degli investimenti, “che mortifica l’economia e l’occupazione del Paese“. In particolare, Telt, la società che gestisce il progetto, valuta in 8mila addetti le ricadute occupazionali della Torino-Lione, un tema caro al mondo economico piemontese.Fermare le 25 grandi opere individuate dal programma di investimenti pluriennale denominato ‘Connettere l’Italia’ – ha sottolineato ieri il segretario generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi – produrrebbe un danno grave al Paese“.


da Conquiste del Lavoro del 31/10/2018

Potrebbe piacerti anche

Archivi

Categorie

Altri post simili