17 incidenti sul lavoro dall’inizio dell’anno

gaetano trezza

Ancora una volta, profondamente scossi, abbiamo appreso la notizia di un infortunio mortale in un luogo di lavoro. È il diciassettesimo dall’inizio dell’anno sul nostro territorio o accaduto fuori dai confini provinciali a lavoratori che risiedono in provincia di Bergamo. È tempo che tutti si muovano e agiscano, è un’emergenza che deve avere fine”. Così le segreterie di CGIL, CISL e UIL di Bergamo hanno reagito alla notizia della morte di un lavoratore quarantaquattrenne, coinvolto in un infortunio a Costa di Mezzate. “A pochi giorni dalla celebrazione della Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, – precisa Francesco Corna, segretario generale Cisl Bergamola cronaca, purtroppo, ci mette di fronte all’evidenza di un altro incidente mortale che ha visto coinvolto l’operaio Gaetano Trezza alla Naef Srl, officina meccanica di Costa Volpino. Prima di tutto esprimo il mio personale cordoglio ai familiari della vittima. Sono fatti inaccettabili che lasciano l’amaro in bocca, evidenziando come la cultura della sicurezza sul lavoro rimane ancora un concetto da metabolizzare a fondo nel nostro territorio. Va ribaltata soprattutto la prospettiva: la sicurezza non è un costo per l’impresa, bensì un investimento. L’operaio di Torre Boldone è la 17esima vittima di un incedente sul lavoro dall’inizio dell’anno. Statistiche inaccettabili a Bergamo nel terzo millennio“. 

Tra i casi più recenti, la tragedia di Giovanni Radaelli, operaio di 48 anni di Caravaggio, scivolato da un tetto mentre stava lavorando a Camisano (Cremona) lo scorso settembre. Sempre a settembre, alla ditta Fertil di Calcinate, aveva perso la vita un giovane operaio di 29 anni, Alessandro Belometti, di Tagliuno, trovato senza vita vicino a un trituratore. Come ho già accennato durante la Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro – conclude Corna – è necessario un impegno trasversale per sensibilizzare in maniera capillare sulla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali“.

Il 2018 è un anno nero, con gli infortuni mortali in netta crescita rispetto agli anni scorsi (da gennaio a metà ottobre 2017 furono 12) hanno detto Angelo Chiari della CGIL, Danilo Mazzola della CISL e Saverio Capuziello della UIL di Bergamo – .Non è più tempo di denunce, occorre agire con i fatti ad ogni livello! Le condizioni in cui sono impegnati i lavoratori nei luoghi di lavoro, devono trovare centralità nella contrattazione nazionale e aziendale, mentre le istituzioni devono svolgere pienamente le loro funzioni di prevenzione, controllo ispettivo e repressione. Chiediamo, ancora una volta, alle associazioni datoriali di assumere l’obiettivo della sicurezza come priorità assoluta del ‘fare impresa’, come codice etico a tutela della principale risorsa di cui dispongono, le donne e gli uomini che lavorano quotidianamante per il bene dell’azienda. La vita delle persone viene prima di ogni altra cosa”. “Siamo disponibili – hanno concluso i sindacalisti – ad assistere la famiglia in ogni sua esigenza, affinché vengano presto chiarite le responsabilità dell’accaduto”. 

È con estremo dispiacereha dichiarato Luca Nieri, Segretario generale FIM CISL di Bergamoche registriamo l’ennesima disgrazia sul nostro territorio; è triste constatare che con la ripartenza del lavoro nel nostro settore nell’ultimo anno si registra anche un incremento degli infortuni, e oggi anche una morte.
Sulla nostra provincia grava una situazione ereditata dagli anni precedenti con mancati investimenti sulla sicurezza da parte di alcune realtà: dobbiamo lavorare tutti per un rafforzamento della cultura della prevenzione. Sindacato, associazioni datoriali, lavoratori e imprese devono interiorizzare che la prevenzione è sempre più determinante nella promozione della sicurezza. Dobbiamo individuare azioni specifiche di collaborazione tra diversi soggetti, anche con l’INAIL, per intervenire in maniera significativa. Tempo fa con FIOM e UILM abbiamo fatto un’assemblea regionale dove veniva definito un documento con azioni programmatiche da realizzare: da lì dobbiamo partire, per una maggiore sensibilizzazione e con azioni concrete per prevenire situazioni di rischio e pericolo. La tutela della salute e della sicurezza è un dovere dell’impresa e un diritto di ogni cittadino

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