DECRETO DIGNITÀ: LA CISL CI STA, CON ALCUNE RISERVE

Bergamo è al 100° posto, su 107 province, nella classifica dei territori sull’incidenza dei contratti “non standard”. In pratica, tra Oglio e Adda, “solo” il 29.6% degli addetti ha un contratto a tempo determinato e comunque non “definitivo”, a significare che questa terra ha “fondamentali buoni” e una buona tenuta dell’economia. Nel frattempo, però, anche la provincia orobica ha visto adeguarsi il trend degli avviamenti: nel 2017 su poco più di 100.000 assunti, 71.297 lo sono stati a tempo determinato, 28.873 a tempo indeterminato. Poi, altri 43mila sono stati gli avviamenti tra lavori socialmente utili, tirocini, apprendistato, lavoro a progetto e somministrazione.

DARE DIGNITÀ AL LAVORO

Per Francesco Corna, segretario generale CISL di Bergamo, fondamentale è dare dignità al lavoro. “E su questo ci siamo – precisa Corna -. Anzi, lo pretendiamo. Per questo accogliamo positivamente, con alcune riserve, il decreto dignità che il ministro Di Maio ha presentato alla nostra Conferenza nazionale dei servizi”. “Siamo convinti – continua Corna – che vi siano questioni importanti, nodali, assunte come priorità e questo lo condividiamo; sui singoli provvedimenti ci riserviamo una lettura attenta. Se ci saranno delle modifiche da proporre, noi ci prepareremo a farlo. A questo proposito, è stato interessante sentire il ministro richiamare la concertazione per definire priorità, obiettivi e percorsi per raggiungere gli obiettivi stessi. È un buon modo di concepire il dialogo sociale e lo stare assieme“.

NECESSARIO UN CONFRONTO CON SINDACATI E PARTI SOCIALI

Dal punto di vista pratico, inoltre, “è condivisibile la linea assunta nel Decreto che non scoraggia in assoluto i contratti a termine, ma solo quelli di durata lunga, che più verosimilmente nascondono l’esigenza di contratti stabili”. Anche la reintroduzione delle causali, per Corna, va nella giusta direzione di tutela del lavoratore e di contrasto a assunzioni precarie ingiustificabili.La CISL – continua – chiede ora che il percorso di conversione parlamentare del decreto veda un aperto confronto che valorizzi i contributi delle parti sociali e del sindacato, al fine di rendere maggiormente efficaci e concrete e non teoriche le scelte operate dal decreto stesso”.

INDENNIZZO PER I LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI

Si tratta di una richiesta che la CISL ha sempre sostenuto al fine di meglio tutelare il lavoratore nel periodo di ricerca di un nuovo lavoro. “Il reale problema – conclude Corna – è proprio quello di capire cosa andranno a coprire i costi maggiori previsti per le assunzioni a tempo determinato. Noi auspichiamo la creazione di un fondo che possa creare un welfare sul modello scandinavo: formazione e ammortizzatori sociali che accompagnino i lavoratori da un lavoro all’altro, così da rendere accettabile anche la flessibilità tanto richiesta dalle imprese”.

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