Aiuti di Stato alle banche venete

Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo, guarda con particolare interesse ai quasi 2500 investitori bergamaschi di Popolare Vicenza e Veneto Banca, alle prese da qualche tempo con l’altalena delle emozioni che i due istituti, e soprattutto i loro amministratori, hanno regalato a chi ha pensato di affidargli i propri risparmi. “Si stanno dando tutti un bel daffare per salvare le banche venete… per salvare i correntisti un po’ meno” – dice Busi.

La posizione di Adiconsum

In questi giorni, infatti, la Bce ha giudicato solvibili la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, riconoscendo la sussistenza di uno dei requisiti fondamentali per l’accesso agli aiuti di Stato, chiesti dalle due banche. “L’autorizzazione della BCE alla ricapitalizzazione precauzionale di Veneto Banca e Popolare Vicenza rappresenta una buona notizia, perché dovrebbe garantire la solvibilità per i risparmiatori e la stabilità finanziaria dei due istituti – dice Busi. – Nonostante l’offerta pubblica di transazione proposta da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza ai propri azionisti è stata da noi considerata insufficiente, l’operazione permetterà comunque il salvataggio delle 2 banche e consentirà non solo di tutelare, ancorché parzialmente, i risparmiatori traditi, ma anche si salvare un tessuto economico industriale importante del paese”.

Offerte insoddisfacenti per i risparmiatori

Nel frattempo a fine marzo è scaduta l’offerta fatta dalle due banche ai piccoli azionisti, che si è chiusa intorno al 70%, vicino all’obiettivo dell’80% fissato per entrambe le banche. Nelle prossime settimane i Consigli di Amministrazione dei due gruppi veneti decideranno se procedere con la transazione nella speranza di “poter convolare presto a nozze”. Ricordiamo che Veneto Banca aveva proposto un’offerta transattiva in cui avrebbe risarcito il 15% di ogni azione; Banca Popolare di Vicenza offriva 9 euro ad azione. In cambio, le banche chiedevano la rinuncia ad avviare azioni legali. “ADICONSUMcontinua il bergamasco Carlo Piarulli, Referente Nazionale ADICONSUM del Settore Creditonon ha mai fatto mistero di ritenere tali offerte insoddisfacenti per quei tanti risparmiatori che avevano investito più o meno consapevolmente in azioni i propri risparmi, promuovendo ricorsi agli Organi competenti. Si tratta di oltre 190.000 posizioni, quasi 2500 nella sola provincia di Bergamo! Abbiamo già ricevuto molte segnalazioni di risparmiatori che hanno ricevuto, presso le Filiali, pressioni per acquistare azioni unitamente alle domande di fido o di mutui: questo tipo di condotte è sanzionabile in via civilistica con l’invalidità delle operazioni, se le condizioni non erano agevolate”.

Lacunosa l’azione legislativa e giudiziaria

Analizzando i vari crack succedutisi dal 2008, ADICONSUM ritiene “... del tutto insufficiente e lacunosa l’azione legislativa del Parlamento e l’azione giudiziaria e risarcitoria dei cittadini risparmiatori coinvolti. Va anche detto che solo una minoranza si sono costituiti nei vari processi penali ancora in corso. Pochi dirigenti – prosegue Busi – sono stati condannati per i vari fallimenti finanziari che hanno percorso questo decennio”.

Potrebbe piacerti anche

Archivi

Categorie

Tags: ,

Altri post simili