I Giovani FIM CISL leggono i dati OCSE

In Italia il tasso di occupazione dei giovani tra 15 e 29 anni è sceso di quasi 12 punti percentuale tra il 2007 e il 2013, passando dal 64,33% al 52,79%, il secondo peggior dato tra i Paesi Ocse, dietro alla sola Grecia (48,49%). È quanto risulta dall’ultimo Rapporto Ocse su Giovani e occupazione pubblicato oggi.

In Italia i giovani “Neet”, non occupati né iscritti a scuola o in apprendistato, sono il 26,09% degli under 30, quarto dato più elevato tra i Paesi Ocse. Con questi numeri, dice Andrea Donegà, della segreteria bergamasca e coordinatore Giovani FIM CISL, “la retorica del  patto generazionale è una favoletta a cui la matematica dei numeri non dà scampo, un dramma”.

In generale, riferisce la tabella Ocse per la misurazione dell’occupabilità dei giovani, il nostro Paese è al di sotto della media per le competenze dei giovani, i metodi di sviluppo di queste competenze negli studenti e la promozione del loro utilizzo sul posto di lavoro.

Un numero intollerabile di giovani rassegnati per la mancanza di prospettive – continua Donegà -, quando invece dovrebbero rappresentare l’energia e la spinta vitale per il Paese. Noi non ci arrendiamo all’orizzonte pessimistico dei numeri e a chi predica sempre il peggio, ma è evidente, che il patto generazionale debba essere rifondato sui valori della solidarietà e della giustizia, chiudendo una volta per tutte il libro della favola dei diritti acquisiti che rischia di perpetrare, come per le pensioni, sperequazioni non più tollerabili”.

Il rilancio del Paese – conclude il coordinatore dei giovani metalmeccanici della CISL – non può prescindere da una vera e piena valorizzazione delle giovani generazioni, a partire da un sistema formativo adeguato, che favorisca lo scambio e la continuità tra istruzione e mondo del lavoro e un sistema pensionistico che esprima solidarietà verso le nuove generazioni”.

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