Poste, audizione dei sindacati in Regione

Si è tenuta il 13 febbraio 2015 in Regione l’audizione dei sindacati a Commissioni congiunte (Bilancio e Attività produttive) sul piano di riorganizzazione che prevede la chiusura di 61 uffici in Lombardia e la funzionalità a giorni alterni per altri 120 sportelli.

“Una scelta sbagliata dal punto di vista sociale, economico ed occupazionale – ha detto nel suo intervento il segretario generale di Cisl Poste Lombardia, Giuseppe Marinaccio – perché punta solo ad una non necessaria diminuzione dei costi attraverso la riduzione dei servizi e del presidio del territorio quando lo stesso obiettivo si potrebbe ottenere agendo su altre diseconomie”. Marinaccio ha quindi chiesto a Regione Lombardia di intraprendere tutte le azioni possibili “per far recedere l’azienda dalle decisioni già prese, al fine di garantire i servizi universali nei piccoli comuni e per le fasce di popolazione disagiate e meno protette, mantenendo il presidio del territorio e garantendo anche gli attuali livelli occupazionali di ~Poste Italiane nella nostra regione”.

Nel corso del suo intervento Marinaccio ha ricordato le grandi difficoltà, più volte denunciate dalle Poste Cisl, create ai lavoratori dalla persistente carenza di personale e la dalla mancanza di turnover a fronte dei pensionamenti ed esodi incentivati.  La mancata sostituzione dei circa 600 lavoratori che hanno lasciato l’azienda, per pensionamenti ed esodi incentivati negli ultimi 2 anni a cui se ne aggiungeranno altrettanti nei prossimi 2 anni, ha di fatto limitato la presenza del personale effettivamente necessario per garantire un servizio di qualità alla clientela e la possibilità di sfruttare le potenzialità nell’offerta dei servizi sul territorio.

In Lombardia, in questi anni, è aumentato notevolmente il numero degli uffici gestiti da un solo operatore ed è stata ridotta la presenza di personale negli altri. “Da tempo in diversi piccoli uffici della Lombardia, per mancanza di personale, la stessa persona apre un ufficio per poche ore e poi nella stessa giornata si reca in un altro per aprirlo per altrettante poche ore – ha ricordato il segretario generale di Poste Cisl Lombardia -. In tal modo l’azienda fa fittiziamente figurare che entrambi gli uffici sono rimasti aperti al pubblico per l’intera giornata. In qualche caso, questa operazione è stata fatta anche per far figurare aperti 3 uffici, però sempre con la stessa persona”.

La Cisl Lombardia è al fianco della categoria dei postali contro la chiusura dei 61 uffici. “Una scelta che penalizza proprio le realtà più piccole, dove l’ufficio postale è un riferimento importante per le famiglie e i tanti anziani soli – afferma Osvaldo Domaneschi, segretario generale Cisl Lombardia -. Poste Italiane è sempre stata un’azienda che ha saputo coniugare gli utili di bilancio con l’attenzione al sociale. Auspichiamo quindi che torni al più presto sui suoi passi. In caso contrario siamo pronti a sostenere con forza le azioni di mobilitazione della categoria”.

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