Rinnovo Consiglio e Giunta della Camera di Commercio

Abbiamo assistito in questi mesi al dibattito sul territorio in merito alle prospettive e al rinnovo degli organismi della camera di commercio di Bergamo. Un dibattito spesso segnato da una sorta di storica contrapposizione industria/terziario che riteniamo debba essere superata ricercando elementi di sintesi e di coesione sul versante delle scelte strategiche che abbiano come elemento fondamentale la crescita e l’innovazione delle imprese bergamasche piccole e grandi  in grado di generare nuova e buona occupazione.

D’altra parte il vincolo della riduzione delle risorse disponibili della Camera di Commercio per il prossimo futuro, frutto di scelte governative che riteniamo sbagliate, impone una rivisitazione complessiva degli interventi della Camera di Commercio.

Partendo dagli elementi positivi frutto di una gestione oculata che hanno fatto della CCIAA di Bergamo una delle strutture più solide nel panorama lombardo e nazionale, e che di fatto, nella logica assurda dei tagli lineari subisce una penalizzazione che rischia di riversarsi sul politiche camerali di sviluppo, è di tutta evidenza la necessità di un cambiamento rispetto al passato. Un cambiamento che deve avere, come condizione essenziale,  una maggiore consapevolezza diffusa tra le diverse rappresentanze economiche che è definitivamente tramontata l’epoca del fai da te, del ritagliarsi piccoli spazi nei propri recinti associativi, ma che occorre una effettiva condivisione di tutti nello sforzo di selezionare e definire pochi ma qualificati obiettivi strategici per il territorio.  Una camera di commercio sempre più come cabina di regia e di sintesi delle politiche economiche territoriali tenuto conto dei rilevanti cambiamenti istituzionali con il ruolo sempre più debole della Provincia e il ruolo fondamentale della città capoluogo.

La sfida che riteniamo prioritaria è quella di contribuire a costruire le migliori condizioni per creare nuova occupazione. Occorre focalizzare interventi specifici per l’attrattività di nuovi investimenti innovativi valorizzando i punti di forza territoriali, investendo su formazione e qualificazione del capitale umano.

In un contesto sempre più in movimento occorre inoltre, e anche questa è una novità importante, affrontare il tema delle alleanze territoriali. Per evitare di essere politicamente e economicamente considerati periferia della  città metropolitana milanese che assumerà una rilevanza fondamentale per il prossimo futuro, occorre che il territorio si ponga il tema di definire politiche di alleanze che valorizzino  il nostro sistema economico territoriale. Bergamo può giocare un ruolo importante all’interno della  grande filiera manifatturiera pedemontana che, da Varese a Brescia,  rappresenta l’ossatura produttiva lombarda. In questo senso un rapporto specifico con Brescia diventa strategico, partendo dal sistema aeroportuale.

Il compito che attende il prossimo governo della camera di commercio si preannuncia molto impegnativo e richiede la responsabilità e il coinvolgimento di tutti i soggetti. L’esperienza bergamasca, anche in questi anni di crisi profonda, si è caratterizzata da un clima di relazioni sindacali propositivo, da un rispetto e riconoscimento reciproco. Il coinvolgimento e la responsabilità della realtà che rappresenta il lavoro deve continuare a svolgere positivamente il proprio ruolo anche nel governo della Camera di Commercio. Sarebbe davvero un segnale negativo abbandonare questo approccio in un contesto così complicato e difficile come quello attuale, in nome di sotterranee manovre di bilanciamenti tra associazioni o, peggio ancora, per ambizioni personalistiche. 

La posta in gioco è alta: è il futuro del lavoro e dello sviluppo del nostro territorio. Un passaggio che deve essere affrontato con grande trasparenza e progettualità.

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