Basta denigrare i lavoratori pubblici

“Uno sciopero per chiedere il rinnovo dei contratti, fermi  da sei anni e perché il governo apra il confronto su proposte che abbiano il segno di una vera azione di riforma e di innovazione, non quello a cui da tempo ci hanno abituati, cioè di taglio alle risorse, di penalizzazione normativa e salariale e di riduzione dei servizi”.

Lunedì 1° dicembre i lavoratori del Pubblico Impiego scenderanno in sciopero per la mobilitazione indetta dalla CISL a livello nazionale. A Bergamo, dove gli iscritti ai sindacati del Pubblico impiego della CISL sono oltre 20.000 (rientrano Scuola, Pubblica Amministrazione, Stato, Sicurezza, Sanità) è stato organizzato un presidio, alle 15, presso la Prefettura di via Tasso.

Scioperiamo innanzitutto contro un governo incapace di dare risposte a tutti i settori della Pubblica Amministrazione – dicono i segretari provinciali di CISL FP, Mario Gatti, CISL SCUOLA, Salvatore Inglima, FNS CISL, Francesco Trové , e CISL MEDICI, Michele Servillo -. Contro ministri troppo spesso  incompetenti che non hanno voluto trovare i soldi per iniziare a rinnovare il contratto a tanti lavoratori confinati e abbandonati sia a livello organizzativo che contrattuale. Sono loro a ostacolare l’innovazione e la crescita di produttività della spesa pubblica: ancor più, sono loro i responsabili di una spesa che cresce, nonostante siano diminuiti sia i  lavoratori occupati, che i loro stipendi. La prova evidente che una politica fatta solo di tagli e di blocco dei contratti, ricca di ambizioni e povera di idee, non serve a rilanciare i pubblici servizi come leva di crescita e non aiuta nemmeno a contenere i costi”.

Comune a tutti la determinazione a rivendicare, con lo sciopero del 1° dicembre, un forte riconoscimento di dignità e valore alle diverse professionalità operanti nei settori: “basta con la denigrazione dei lavoratori pubblici, basta con le campagne sui fannulloni, si riconosca il significato importante  del lavoro pubblico come bene di tutti: si rinnovino subito i contratti”.

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