Pensionati in mobilitazione a Milano

I pensionati delle regioni del Nord non sono affatto sereni. E vogliono risposte concrete dal governo Renzi. Vogliono più interventi per il lavoro di figli e nipoti, per lo sviluppo, più tutele per il reddito da pensione, misure per welfare pubblico e solidale, oltre che l’estensione della riduzione delle tasse anche ai pensionati. Nonostante il maltempo, in centinaia sono arrivati il 5 novembre da Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Alto Adige, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna, per la manifestazione interregionale promossa da SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL.

Nella centralissima piazza San Babila di Milano hanno riempito il teatro Nuovo per ribadire ancora una volta le ragioni della protesta. “ Il governo deve dare un segnale concreto di attenzione – riferisce Michele Bettoni, segretario generale del sindacato Fnp Cisl Bergamo -. I pensionati italiani per troppo tempo hanno funzionato da ammortizzatore sociale, ora sono sulla soglia di povertà”.  

Una giornata di mobilitazione nazionale per chiedere al Governo maggiore attenzione ai temi “caldi” delle pantere grigie. Nutrita era anche la delegazione dei pensionati bergamaschi, per i quali “il Governo non può più non dare risposte alle esigenze della popolazione anziana, a partire da una legge sulla non autosufficienza – insiste Bettoni – senza la quale ogni anno siamo costretti a mendicare soldi. Ben vengano i 400 milioni promessi da Renzi, ma non possono essere sufficienti a coprire le esigenze dei malati e delle loro famiglie”. L’Esecutivo, poi, deve intervenire “in misura radicale sul fisco, perché è impensabile che sulle spalle dei pensionati e del lavoratori dipendenti pesi il costo della sanità, per la quale poi si deve pagare anche il ticket”.

Al centro della mobilitazione unitaria c’è stato il rilancio della piattaforma unitaria delle tre organizzazioni, con la richiesta specifica al Governo di politiche a sostegno dei pensionati e degli anziani, a partire dalla estensione anche a loro del bonus di 80 euro previsto per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 26mila euro lordi annui, più volte promessa dal Presidente del Consiglio. 

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