Bergamo, il “contrattificio” Cisl

Sono 47 gli accordi aziendali stipulati dalle categorie Cisl in provincia di Bergamo (sui 150 regionali) nel corso del 2013 e analizzati dall’Osservatorio contrattazione della Cisl Regionale nel suo annuale rapporto, redatto dal responsabile, il bergamasco Giorgio Caprioli. Quella orobica è la provincia che per l’anno trascorso ha prodotto il maggior numero di accordi.

Sono soprattutto accordi in difesa del lavoro, ma ci sono anche intese sul salario, orari e welfare. Da sempre, per la Cisl la difesa dei posti di lavoro passa dalla contrattazione, da un patto vincolante tra impresa e sindacato. E da sempre la contrattazione aziendale e territoriale rappresenta uno dei punti di forza della “filosofia” sindacale cislina.

Ne sono prova i numerosi accordi stipulati in provincia e spesso considerati all’avanguardia anche a livello nazionale, in particolar modo negli ultimi anni, spesi a fronteggiare una crisi economica e occupazionale di assoluta gravità.

Per questo – dice Giacomo Meloni, segretario Cisl Bergamo -, in testa a ogni obiettivo, mettiamo da sempre la difesa dell’occupazione. L’incertezza di migliaia di lavoratori e famiglie che hanno il problema di come arrivare a fine mese non può essere alleviata se non con l’impegno quotidiano per salvare i posti di lavoro, contrattando flessibilità e solidarietà salariale, facendo il possibile perché le aziende rimangano sul territorio e garantiscano una prospettiva occupazionale.

Nel lavoro di Caprioli, l’aspetto della crisi, anche di liquidità delle aziende, emerge in modo chiaro. “ L’osservazione principale – dice nelle conclusioni dello studio – è il continuare della riduzione della contrattazione salariale, già registrato nel 2011. È questo il segno più forte della necessità di cambiare paradigma nella contrattazione di secondo livello, passando dalla contrattazione di aumenti salariali alla contrattazione di benefici di altra natura (per esempio welfare)”.

E, oltre al welfare, nella casistica regionale degli indicatori sui quali il premio viene calcolato ci sono la qualità (in 61 accordi), la lotta all’assenteismo (57) e la produttività. Ma, oltre a questi indicatori “classici”, si può felicemente notare che al quarto, quinto e sesto posto ci sono tre indicatori innovativi come la sicurezza, la puntualità di consegna e il risparmio di costi vari. “Segno – scrive Caprioli – che in alcune realtà si sta progressivamente affermando una logica più moderna e attenta ai lavoratori”.

Rimangono ancora alcune ombre nella contrattazione aziendale, come quello legato alla distribuzione del premio a tutti i lavoratori. Infatti, circa un quarto degli accordi regionali analizzati o si “dimentica” o non prevede nessun riferimento ai lavoratori atipici. A Bergamo, in particolare, sui 48 registrati, in soli 27 si concede il premio anche ai lavoratori a tempo determinato, e appena in 11 ci si ricorda degli interinali. È ancora troppo poco se vogliamo estendere la nostra capacità di rappresentanza anche a questi lavoratori, che ormai rappresentano quasi il 15% del totale”.

Entrando nel merito, l’aspetto economico degli accordi aziendali è sempre più legato all’efficienza e alla qualità; quello degli orari si concentra sul binomio flessibilità-conciliazione; sul welfare gli accordi ottengono un ampliamento delle coperture previste dai contratti nazionali, ma inseriscono anche elementi del tutto nuovi (dai contributi per il diritto allo studio dei figli dei dipendenti fino ad interventi di sostegno alla spesa familiare di prima necessità). Il valore medio del premio è, per la sola contrattazione bergamasca, di 1540 euro lordi l’anno. Praticamente uguale allo scorso anno.

L’impressione anche a Bergamo – dice ancora Meloni – è che rispetto al tema della contrattazione aziendale si sia in presenza di una lenta seppur faticosa ripresa, sia sul piano della qualità che della quantità. Come illustravamo nel corso della Fiera della contrattazione territoriale del 30 Maggio scorso, la maggior parte degli accordi sul salario aziendale si colloca fra gli 800 e i 2000 euro con punte che superano i 3500 Euro. Una sottolineatura da fare è quella che riguarda l’estensione della contrattazione di secondo livello all’ambito territoriale per le realtà che non sono in grado di fare la contrattazione aziendale, oltre a salvaguardare i due livelli di contrattazione, quello aziendale e quello Nazionale.

In tema di welfare e conciliazione, va sottolineato che recentemente a Bergamo sono state approvate 4 alleanze territoriali, al fine di beneficiare del bando regionale previsto dalla delibera del 12 dicembre 2013, che vedono l’interessamento di importanti imprese del territorio oltre che la condivisione del sindacato confederale. È questo – conclude Meloni – un ulteriore passo avanti della strategia CISL verso l’innovazione contrattuale e l’attenzione ai nuovi bisogni espressi dal mondo del lavoro”.    

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