Sciopero nazionale del turismo il 15 aprile

La valorizzazione del comparto del turismo passa attraverso un rinnovo del Contratto Nazionale. Da troppo tempo i circa ventimila lavoratori del turismo di Bergamo e Provincia attendono questo rinnovo. Il turismo può e deve essere una risorsa fondamentale per la nostra città ed il nostro territorio. Le recenti problematiche legate alla rivitalizzazione del centro cittadino e la vicenda di turismo Bergamo con gli annunciati tagli di personale alle soglie di Expo sono il chiaro segnale della scarsa attenzione delle nostre istituzioni al tema del turismo. 

L’occasione di Expo sarà unica e la nostra provincia vedrà un transito mai visto di potenziali turisti. Urge un tavolo di confronto”. Alberto Citerio, segretario generale del sindacato Fisascat Cisl Bergamo presenta così lo sciopero nazionale che le segreterie nazionali di CGIL CISL UIL del turismo hanno indetto per il prossimo 15 aprile.

A livello nazionale saranno tre manifestazioni in luoghi simbolo, Milano, Roma e Taormina a ospitare corteo e comizi, ma anche a Bergamo si “celebrerà” la giornata di mobilitazione con iniziative per il Sentierone e per Bergamo Turismo.

Lo sciopero generale si reso necessario, dicono le segreterie nazionali di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL, “per rafforzare l’azione di sciopero indetto dai sindacati per protestare contro lo stallo dei tavoli negoziali per il completamento dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro nel comparto turistico, dove operano complessivamente oltre un milione di addetti in attesa della nuova normativa da oltre due anni”.

I nuovi contratti nazionali del Turismo – ha dichiarato il segretario generale della FISASCAT, Pierangelo Raineridovranno contemplare norme contrattuali per il consolidamento del welfare di settore e per il rafforzamento della contrattazione decentrata, alla quale, non dimentichiamo, sono demandate anche le materie per affrontare una crisi che continua purtroppo a produrre effetti, ma che non deve continuare ad avere ripercussioni sui livelli occupazionali, sulla qualità del lavoro e dunque anche sulla competitività delle imprese del turismo”.

 

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