400 milioni alle regioni per la Cassa in Deroga

Firmato il decreto interministeriale che sblocca 400 milioni per il pagamento integrale delle somme ancora dovute ai titolari dei trattamenti di CIG e di mobilità in deroga per il periodo fino al 31 dicembre 2013 e le prime quote per il 2014. Nei prossimi giorni il Ministero del Lavoro individuerà risorse per ulteriori 400 milioni da destinare al prosieguo del pagamento dei trattamenti per il 2014, definendo al tempo stesso i criteri per l’utilizzazione.

 

Dichiarazione di Luigi Sbarra (Cisl Nazionale)

“La firma dell’atteso decreto che assegna alle Regioni 400 milioni per coprire le mensilità del 2013 di cassa integrazione e mobilità in deroga è una buona notizia, nonostante il grave ritardo.  Ma vanno sbloccate immediatamente le altre risorse disponibili per poter coprire le prime mensilità del 2014 e vanno trovati i finanziamenti per assicurare i sussidi per l’intero anno, compresi quelli relativi ai contratti di solidarietà  per le piccole imprese”. 

Luigi Sbarra, Segretario confederale Cisl commenta così l’annuncio dello sblocco di una parte di risorse destinate alla cig in deroga, fatto dal ministro Poletti, nel corso del question time alla Camera. “E’ infatti sbagliato pensare di affrontare il problema dell’insufficienza delle  risorse restringendo, in corsa, i criteri per individuare i beneficiari degli ammortizzatori. Semmai – sottolinea – bisogna approvare  in tempi brevi la delega che prevede il riordino degli ammortizzatori sociali in chiave universale ed il riordino e rafforzamento delle politiche attive e dei servizi per l’impiego, in modo da rendere possibile, in prospettiva, il graduale superamento dello strumento degli ammortizzatori in deroga. Ma nel frattempo va assicurato un sostegno a decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici colpiti dalla crisi”. 

“E’ sulla base di queste richieste che Cgil Cisl e Uil manifesteranno Roma nelle due giornate del 22 e 24 luglio – conclude Sbarra –  con l’intento di dire con chiarezza al Governo che a pagare il prezzo della crisi non possono essere i lavoratori”.

 

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