Bonanni a Bergamo: “La CISL batta la rincorsa populista”

La giornata bergamasca di Bonanni è cominciata con la partecipazione al presidio dei lavoratori della Markas in sciopero davanti ai cancelli del Nuovo Ospedale di Bergamo per protestare contro la disdetta dell’accordo integrativo provinciale. All’Ospedale di Bergamo lavorano alle dipendenze di Markas Service Srl circa 300 Lavoratori, che si occupano dei servizi di pulizia. Questi lavoratori lamentano “difficili condizioni di lavoro, una cattiva gestione dei turni e ritmi sempre più serrati imposti dall’azienda, oltre ai minori guadagni seguiti alla disdetta dell’integrativo”.

Il segretario generale CISL ha parlato anche delle decisioni nazionali in materia di lavoro. “No ai tagli lineari del governo; sì al taglio dei privilegi delle aziende”, la ricetta Bonanni che ha chiesto anche il rispetto dei contratti di appalto.

I tagli lineari non vanno bene perché colpiscono i più deboli. Anche a Bergamo non vogliono fare lavori con il “laser”, perché colpirebbero anche i loro privilegi. Chiediamo chiarezza e giustizia nei confronti di questi lavoratori”.

Rifuggiamo la rincorsa populista, avviata vent’anni fa e oggi giunta all’apice della propria forza”. Raffaele Bonanni è un fiume in piena, e l’accoglienza del consiglio generale di Bergamo gli conferisce ulteriore entusiasmo per mettere in fila le tante vicende e occasioni (ultimamente più di scontro che di confronto) che la CISL sta affrontando, a partire dal “dialogo” con il governo e il suo presidente. “Renzi non è stato tenero con noi e noi non lo saremo con lui. Sulla riforma del lavoro si è fatto il solito pasticcio, inutile dire che si fanno queste riforme per avere più occupazione quando solamente una buona economia la può rilanciare. Le aziende assumono se avranno commesse, non perché c’è un jobs act o una riforma: è tutta una mistificazione”.

Il governo – ha detto Bonanni nelle conclusioni al Consiglio generale nella sede di via Carnovali – perde tempo e non dice nulla invece sui costi dell’energia, sulle infrastrutture inesistenti e sulle tasse troppo alte. Pur di fuggire dalle sue responsabilità Renzi si mette a parlare di altro. Perché non affronta i problemi? Perchè non discute di tangenti quando fino a ieri ci sono stati arresti? E’ segretario di un grande partito e Presidente del Consiglio, la sua responsabilità è quella ma butta la discussione su altro. Parla a sproposito di permessi sindacali quando la politica viene arrestata, quando gli ospedali non funzionano, la corruzione dilaga e gli appalti si moltiplicano. Renzi punta il dito contro il sindacato usando quelle che sono state le nostre parole d’ordine degli ultimi 10 anni e punta a fare di tutta un’erba un fascio. Non c’è, ci fa: è solo un gran turlupinatore”.

Il segretario generale della CISL ha poi avuto parole di soddisfazione per gli esiti del Congresso CGIL : “ci sono le premesse per una nuova stagione sindacale, con tutti i sindacati, grazie a una rinnovata volontà di trovare sintesi in un sindacato plurale. È stata sconfitta la voglia di autosufficienza, propugnata da un’ala intransigente e da un leader che nemmeno a Cuba vorrebbero come sindacalista”.

Adesso c’è bisogno di nuova mobilitazione – ha esortato Bonanni –: “ in questi ultimi tempi abbiamo realizzato obiettivi che avevamo da anni, come la Rappresentanza, eh ci ha dato strumenti per attuare vere forme di sindacalismo e la possibilità di riconquistare la scena, attraverso la contrattazione, in mezzo alla gente. Gli attuali partiti sono pressoché incostituzionali: l’unico appiglio per cittadini e lavoratori rimangono le parti sociali”.

All’assemblea di Bergamo l’invito a accelerare le fusioni di categoria: “Da qui molte volte è partito l’esempio per progetti e iniziative. Fate vedere che si può fare”.

Bonanni ha chiuso un consiglio generale “importante – come ha sottolineato Ferdinando Piccinini, segretario di Bergamo – , che vuole aprire una nuova fase di confronto e di rilancio dell’iniziativa sindacale sul nostro territorio, dove si ampliano le distanze sociali: non solo complessivamente nella ripartizione della ricchezza ma anche all’interno della nostra rappresentanza. Abbiamo la priorità di costruire condizioni per creare crescita e nuova occupazione, attraverso investimenti, riforme strutturali, fisco e nuova politica industriale.”

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