Meteo e cassa integrazione edile. Il rapporto tra cantieri e clima

Meteo e cassa integrazione edile

Picchi che arrivano a toccare un incredibile +800%, e che i sindacati imputano alle interminabili settimane di pioggia che il territorio provinciale ha registrato durante la primavera. Poi un decremento, malgrado il grande caldo: è l’andamento dei dati delle ore di cassa integrazione denunciate dalle imprese iscritte a Cassa Edile ed EdilCassa in provincia di Bergamo.

Anche nei cantieri della nostra provincia si percepisce quanto il clima, in questi anni, stia cambiando – riflettono, dati alla mano, i tre segretari generali Luciana Fratus di FILLEA CGIL, Simone Alloni di FILCA CISL e Giuseppe Mancin di FENEAL UIL di Bergamo -. Gli eventi atmosferici estremi, collegati al cambiamento climatico,  oltre al danno in termini di salute e qualità della vita, hanno un impatto considerevole anche sulle condizioni di lavoro e sulle retribuzioni. Nonostante lo stop del Superbonus, che ha impresso un contraccolpo al comparto a inizio anno, il settore delle costruzioni a Bergamo mostra ancora segnali positivi. Ecco perché non siamo portati a imputare questi picchi di cassa integrazione a ipotetici cali di lavoro, ma siamo convinti che il motivo sia il maltempo”.

Le cifre della tabella a fine post rappresentano la somma di ore di cassa integrazione effettuate e dichiarate dalle aziende alla Cassa Edile di Bergamo (a cui sono state iscritte da ottobre a maggio 1.105 imprese edili, con 9.619 lavoratori) e a EdilCassa di Bergamo (che negli ultimi otto mesi ha registrato l’iscrizione di 1.688 imprese, con 7.524 addetti).

La normativa prevede una cassa integrazione per sospensione o riduzione del lavoro nei cantieri a seguito di eventi meteo quali pioggia superiore ai 2mm (ammesse precipitazioni inferiori per lavorazioni esterne o in cantieri cantieri sterrati);  caldo, con temperature superiori ai35°C;  vento superiore ai 50km/h (oscillazioni in relazione alla tipologia delle lavorazioni), e neve e gelo, con più di 2 mm di precipitazioni e temperature inferiori allo 0. Le integrazioni salariali in caso di sospensione del cantiere per intemperie portano i lavoratori a ricevere circa l’80% della retribuzione, con un tetto massimo di 1.671 lordi.

Una questione importante da sottolineare è che mentre per la pioggia pare scontato utilizzare l’ammortizzatore sociale (lo si vede bene dai dati della primavera), per il grande caldo riscontriamo invece più resistenza da parte delle imprese a chiedere l’integrazione salariale e dunque a sospendere il lavoro – proseguono i sindacalisti -. Come sta avvenendo con diverse ordinanze in giro per il Paese, auspichiamo che anche sul nostro territorio si possa giungere a un intervento pubblico regionale o provinciale che definisca gli orari in cui non è possibile proseguire l’attività lavorativa a causa del caldo, visti anche gli innumerevoli cantieri stradali in corso, che lasciano esposti al sole i lavoratori. Dal punto di vista sindacale, poi, siamo disponibili a trovare soluzioni condivise con le associazioni datoriali locali, ANCE, CNA, Confartigianato, LIA, per individuare anche eventuali percorsi di flessibilità oraria con cui gestire al meglio la giornata lavorativa”.

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