Modello orobico delle RSA. Un confronto sulla qualità, la cura e sfide future

Pensare a nuovi modelli, a nuove strategie, mettendo però al centro la persona. Cioè l’ospite, ma anche il lavoratore. L’assistenza degli anziani resta un tema imprescindibile di fronte alla «rivoluzione demografica» dell’invecchiamento. Se n’è parlato nel convegno «Rsa-Modello orobico, fra cambiamento, qualità dell’offerta e lavoro di cura» promosso dalla Cisl di Bergamo e dalla Fnp Cisl orobica.

Questo appuntamento per noi della FNP di Bergamo molto significativo per almeno tre aspetti – ha detto nell’introduzione di Giacomo Meloni, segretario generale della Fnp Cisl Bergamo -.  Uno. L’aspetto sociale e umano perché parlare di RSA non si può prescindere da pensare alle fragilità umane, fisiche e tante volte di solitudine che le persone residenti in queste strutture vivono e soffrono e l’imperativo primo per noi è la loro qualità della vita il rispetto della loro dignità personale.  Due. L’aspetto, economico , l’impatto dei costi delle rette sulle famiglie e spesso sulle comunità, l’approccio ad un modello orobico delle RSA che veda in campo un modello fondato sulla condivisione, la responsabilità e la PARTECIPAZIONE di tutti i soggetti sociali e associazioni coinvolte. Tre. La qualità del lavoro , il benessere psico fisico, la formazione, e le retribuzioni economiche delle operatrici e operatori che quotidianamente svolgono la loro attività nelle strutture socio sanitarie come le RSA, dal loro lavoro dipende gran parte della qualità della vita delle persone residenti nelle strutture“.

A fotografare la situazione sono i dati dell’Ats Bergamo. I posti letto a contratto (quelli cioè per cui è previsto un contributo della Regione) sono 5.470 e il 99% di questi posti viene utilizzato; considerato il turnover dei degenti, le Rsa bergamasche nel 2023 hanno preso in carico 8.829 persone, e l’81% dell’utenza ha più di 80 anni (il 14% è nella fascia 70-79 anni, il 5% è under 70). Ma «l’Rsa non è l’unica risposta ai bisogni dell’invecchiamentoha sottolineato Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats Bergamo -. Di fronte al cambiamento della popolazione devono cambiare anche le risposte. Le risposte ci sono e sono diversificate a seconda dei livelli di complessità, con un’attenzione sempre maggiore all’offerta di servizi extra-Rsa».

Altri dati: le Rsa presenti in Bergamasca sono passate dalle 59 del 2009 alle 66 del 2023 (+11,86%), per un totale di posti a contratto salito dai 5.140 del 2009 ai 5.470 del 2023 (+6,42%), mentre negli stessi anni la popolazione over 65 è cresciuta del 27,84% (da 188.259 a 240.674 bergamaschi). «In questi anni sono stati introdotti diversi nuovi servizi a sostegno dell’invecchiamento», aggiunge Giupponi: il progetto «Rsa aperta» – per l’erogazione di servizi sanitari e sociosanitari utili a sostenere la permanenza al domicilio dell’anziani fragile – ha visto coinvolte 3.067 persone nel 2023 (la erogano 32 gestori), le cure domiciliari 14.201 persone (con 38 enti gestori). Sommando le diverse proposte, dalle Rsa ai centri diurni integrati, dall’Rsa aperta all’assistenza domiciliare integrata, l’«indice di copertura del bisogno» – cioè il rapporto tra le persone che beneficiano di uno di questi servizi e il totale degli over 65 residenti – è passato da un rapporto di 79 persone ogni mille residenti over 65 del 2009 a un dato di 112 beneficiari ogni mille residenti over 65 del 2023 (+42%).

«È imprescindibile che il sistema dei servizi pubblici valuti adeguatamente i bisogni dell’anziano e definisca l’accesso completo al servizioè la riflessione di Edoardo Manzoni, direttore generale dell’Istituto Palazzolo -: serve dunque trovare la modalità più appropriata per valutare i bisogni delle persone e indirizzarle alla risposta più appropriata». Le Rsa restano «un presidio fortemente radicato nel nostro territorio, un’espressione delle comunità sociali – aggiunge Manzoni -: certo hanno molte sfide di fronte a loro, dal ragionare su economie di scala all’innovazione tecnologica col beneficio della telemedicina. Purtroppo, però, il Pnrr ha dimenticato questo mondo».

Tra le criticità c’è la carenza di personale: «È necessario valorizzare questi professionisti – ha sottolineato Roberta Vaia, della segreteria regionale della Cislattraverso più investimenti pubblici, a partire dalla Regione».  Per Onesto Recanati, della segreteria regionale della Fnp Cisl, «gli ospiti devono essere al centro delle strutture». Sul potenziamento dei «comitati dei parenti» punta Lorenzo Alborghetti, presidente del Comitato parenti dell’Rsa di Alzano. «Il tema delle Rsa va affrontato con un confronto tra tutte le parti coinvolteha concluso Angelo Murabito, segretario organizzativo della Cisl Bergamo-. Bergamo è un territorio fortemente legato alle Rsa, per il sindacato è centrale tutelare sia gli ospiti sia i lavoratori della cura, un comparto sempre più centrale per il futuro del Paese». 

IL VIDEO INTEGRALE

Potrebbe piacerti anche

Archivi

Categorie

Tags: , , ,

Altri post simili