Lavoratori INPS in agitazione. Giovedì 18 maggio presidio anche a Bergamo

Lavoratori INPS in agitazione

Nel corso del 2023, tra pensionamenti e richieste di trasferimento gli uffici INPS della provincia di Bergamo perderanno qualcosa come una settantina di dipendenti, a fronte di un ingresso, di 33 vincitori dell’ultimo concorso (in cinque hanno rinunciato). Secondo gli ultimi dati resi noti da INPS, oltre ai 17 pensionandi nell’anno, a Bergamo e provincia 52 domande di trasferimento sono state accolte (il numero maggiore di tutta la Regione), e nessun altro dipendente ha chiesto di essere trasferito a Bergamo.

La situazione è esplosa negli ultimi tempi. Bergamo si è trovata tra le ultime provincie più attrattive per i vincitori di concorsi, così come altre città del Nord Italia. Il primo problema è imputabile al carovita di queste latitudini; spesa e affitti sono decisamente più alti che in altre zone della penisola, e così molti vincitori di concorso pubblico, mettono Bergamo tra le ultime sedi di destinazione. E la situazione è abbastanza simile in ogni provincia lombarda, tanto che a livello regionale si è deciso lo stato di agitazione e programmato un presidio. A Bergamo si terrà per giovedì  18 maggio, in viale Vittorio Emanuele, dalle 10.30 alle 12.30.  

“Da tempo CISL FP, FP CGIL, UIL PA, CONFSAL UNSA, FLP EPNE, CONFINTESA e USB della Lombardia denunciano la pesante carenza degli organici nelle sedi dell’istituto, con le ricadute sui carichi di lavoro, la performance (e gli effetti sul salario accessorio) e i servizi da garantire – dice Maurizio Lorini, segretario generale di CISL FP Bergamo -. La scopertura di personale è del 57,2%. Delle 471 persone assegnate alla Lombardia, nonostante la carenza fosse di 830 unità, hanno preso servizio lo scorso 17 aprile solo in 355. Significa che le rinunce sono state di circa il 29%, un dato distante dall’8% ostentato a livello centrale”.

E mentre le nuove assunzioni sono poche, continuano i pensionamenti e le mobilità,  scrivono i sindacati in un comunicato unitario. Stanchezza, frustrazione ed età avanzano tra i dipendenti dell’istituto, a cui manca il necessario turnover. Questa difficile situazione sta aumentando il rischio di chiusura dei servizi, soprattutto nelle agenzie territoriali, ma ad arrancare ci sono anche le sedi provinciali, con alcuni uffici mandati avanti da 2-3 lavoratrici e lavoratori.

Con questi numeri – dice ancora Lorini -, la situazione di Bergamo peggiora sensibilmente, e ancora di più rispetto al passato rischiamo di avere un’organizzazione non in grado di rispondere alle esigenze di aziende e cittadini di tutta la provincia, in un settore e per servizi altamente sensibili e importanti. Non è neanche così sicuro che i 38 che aspettiamo accetteranno tutti l’incarico, e è un’incognita anche quanto sarà consistente la seconda tranche di ingressi, prevista per la seconda metà dell’anno. A  fronte di questa condizione, rischiamo di avere una situazione tale che saremo in sofferenza per garantire tutti i servizi necessari all’utenza. Quello da poco concluso, è stato un concorso per laureati, quindi gente con età superiore e situazioni pregresse, con famiglia e casa nel luogo d’origine. Qui, il caro vita colpisce duramente chi è abituato a altri livelli di spesa, e tutto questo influisce sull’appetibilità del territorio”.

Chiediamo che tutte le parti istituzionali e sociali del territorio si facciano carico del problema – conclude il segretario CISL FP  -, altrimenti ci troveremo presto senza sportelli, soprattutto nelle 6 agenzie in provincia,  e la questione peggiorerà sempre più, con disfunzioni per aziende e per i lavoratori dipendenti, che vedranno le risposte dilatate nel tempo

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