La logistica a Bergamo. Dai Sindacati un manifesto per la qualità di vita e lavoro

La logistica a Bergamo

La Bassa Pianura bergamasca è da qualche anno al centro di un’espansione edilizia, commerciale e industriale i cui nodi iniziano a presentarsi. La nuova autostrada BreBeMi ha creato le condizioni per uno sviluppo delle attività di logistica che ha attirato nel volgere di un breve lasso di tempo i maggiori players globali. Oggi la bassa Bergamasca, rappresenta una piattaforma di atterraggio per multinazionali attratte dalla infrastrutturazione connettiva dell’area e dalla sua centralità rispetto al grande mercato metropolitano milanese e al “sistema Nord Est”. Centinaia di attività con decine di migliaia di addetti gravitano su questa zona, tra Treviglio, Caravaggio e Romano di Lombardia

Il centro Amazon a Casirate, il nuovo polo logistico Italtrans di Calcio sono esempi di un asse di crescita trainata dalla trasformazione del territorio in piattaforma logistica. Siamo di fronte dunque a una direzione di crescita importante e complessa, dai forti impatti sociali e ambientali . Si pone quindi il tema di capire come appropriarsi positivamente degli impatti prodotti. CGIL CISL UIL di Bergamo hanno messo a fuoco una serie di problematiche e avanzato misure e proposte per poter governare una situazione che rischia di crescere incontrollata, cavalcando l’onda del successo e di lasciare numerose “cattedrali nel deserto”, come accaduto una decina di anni fa con il grande sviluppo dei grandi centri commerciali, oggi quasi tuti chiusi.

A noi oggi interessa andare alla ricerca di un punto di mediazione  dicono i segretari generali di CGIL CISL UIL Bergamo, Marco Toscano, Francesco Corna e Pasquale Papaianni, che con i responsabili delle categorie dei trasporti, Marco Sala, Pasquale Salvatore e Giacomo Ricciardi, hanno steso il Manifesto provinciale per la logistica Bergamasca -, partendo dal presupposto  che il processo ormai in atto è a nostro avviso irreversibile tanto quanto quelli che lo hanno preceduto a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso, e con questo processo siamo chiamati a dover confrontarci. Ciò che riteniamo necessario di fronte a questa nuova fase di cambiamento, anche alla luce delle recenti esperienze che hanno interessato l’aerea della bassa pianura bergamasca, è la questione di come governare queste dinamiche, con l’obiettivo di accompagnare il processo di trasformazione del paesaggio economico-sociale-ambientale, così da ottimizzare e ampliare i potenziali benefici e ridurre al massimo gli effetti negativi di cui questo cambiamento è foriero”.

Nel Manifesto presentato, l’azione sindacale dovrà toccare una serie di proposte, tra le quali “ … diviene sempre più urgente la costituzione di una filiera trasparente degli appalti,  una preventiva informativa ai lavoratori coinvolti dalla cessazione di un appalto, e con ciò, riconoscere il ruolo responsabile e contrattuale del sindacato Confederale, tramite politiche di bilateralità necessarie a governare un settore fortemente flessibile e frazionato, e soprattutto dalla corretta applicazione dei CCNL di riferimento. Le retribuzioni devono corrispondere alla reale attività lavorativa svolta,  e dovrà prestarsi la massima attenzione ai  fenomeni di caporalato purtroppo presenti anche nella nostra provincia e nel settore”.

Nel campo delle politiche di welfare, il manifesto dei Sindacati di Bergamo prevede interventi a favore della disponibilità abitativa presente nel territorio, la necessità di collegamenti con mezzi pubblici nonché un adeguamento del servizio/sistema sanitario che risulta essere estremamente sotto pressione. Perciò, diviene sempre più necessaria una cooperazione tra i comuni, verso politiche di welfare mirate che costituiscano da elemento di garanzia e di coesione sociale per il territorio.  Nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, serve una  mirata sorveglianza sanitaria e un coordinamento tra RLS, RSPP, Medico competente, INAIL e ATS.

Insomma, sostengono CGIL CISL UIL e le categorie di FILT, FIT e UILTrasporti,  “ … è necessario pensare alla logistica del domani e prevederne i principali effetti sulla base dell’evoluzione che il settore potrà avere, per programmare le necessarie politiche e per poter gestire i cambiamenti in corso o quantomeno mitigare al massimo gli aspetti negativi, prevedendo uno sviluppo armonico con il territorio.  Il piano di governo del territorio – si legge nel manifesto – deve fissare le aree destinate ad attività produttive e logistiche, e prevedere la costituzione di un Comitato Provinciale per la Logistica, composto dai rappresentanti istituzionali, locali, imprenditoriali, sociali e sindacali che porti alla definizione di una Carta Provinciale  per la Logistica Bergamasca”.

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