CCNL scaduti. 92.000 lavoratori in attesa mentre l’inflazione erode il salario

CCNL scaduti

Sono più di 90.000 i lavoratori bergamaschi in attesa del rinnovo del CCNL del proprio settore. In provincia, più di 30.000 sono i lavoratori del pubblico impiego, mentre nei settori privati, 18.000 appartengono al comparto del lavoratori somministrati, 30.000 a vari settori artigiani, tra cui il metalmeccanico, e 4.000 aspettano il rinnovo del CCNL “Legno”.

In generale, quasi il 62% dei CCNL depositati al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (su un totale di 955)  risultano scaduti. Ma per quanto riguarda i maggiori settori del lavoro privato, secondo il CNEL, più della metà dei lavoratori italiani aspetta, anche da anni, di vedere adeguati i propri salari. A dicembre 2022 erano in attesa di rinnovo 26  CCNL, che coinvolgono a livello nazionale oltre 6 milioni di dipendenti.

Nel frattempo, negli ultimi due anni il divario tra la dinamica dei prezzi (misurata dall’Ipca) e quella delle retribuzioni contrattuali è salito a 7,6 punti percentuali, raggiungendo il valore più elevato dal 2001, primo anno di diffusione dell’indicatore dei prezzi armonizzato a livello europeo (in passato il valore massimo era stato raggiunto nel 2012 ed era pari a 1,8 punti percentuali). Nel quarto trimestre 2022,  la dinamica tendenziale delle retribuzioni contrattuali (+1,5 in media) è stata più marcata nei settori dell’agricoltura e della pubblica amministrazione (+3,2% e +2,4%), mentre si è fermata a +0,6% in quello dei servizi.

“Il lavoro è una parte fondamentale nella vita delle persone dice Danilo Mazzola, segretario CISL Bergamo. La  parte economica e normativa prevista dai CCNL va quindi considerata ancora di più in un contesto economico che vuole mettere le persone e il loro benessere al centro dell’attività produttiva. Le economie reali si fondano sulla professionalità, sull’intelligenza delle persone valorizzandole sempre di più (oggi più di ieri)  in un contesto tecnologico in profonda trasformazione.  Pertanto i  rinnovi dei CCNL scaduti devono essere una priorità per entrambi le parti che li devono contrattare.  La maggiore criticità è legata ai tempi: nel 2022 sono stati rinnovati CCNL riferiti al triennio 2019/2021, e con tempi medi di rinnovo che si aggirano attorno ai 25 mesi dalla scadenza. Inoltre,  una retribuzione dignitosa che permetta di vivere serenamente, deve fungere da garanzia di una coesione sociale che non crea disuguaglianze in un mercato del lavoro che in se offre già divisioni,  in particolare tra lavoratori giovani e lavoratori anziani.  Altra attenzione va posta ai contratti cosiddetti ‘pirata’ o ‘di comodo’ , peggiorativi rispetto ai CCNL sottoscritti dal sindacato confederale, ai quali  – conclude Mazzola – vanno contrapposte iniziative che ne scoraggino la loro applicazione e la loro nascita”.

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