Non c’è sicurezza senza formazione. Altre due morti in provincia

Non c’è sicurezza senza formazione

Anche il 2019 sta segnando tragicamente il mondo del lavoro bergamasco. Nel volgere di pochi giorni, già due persone hanno perso la vita mentre svolgevano la propria attività. Si tratta di un operaio edile caduto da un tetto in un cantiere della Brianza e un lavoratore di un’industria alimentare morto dopo giorni di agonia, a seguito di un incidente avvenuto nell’azienda di Treviglio.

Della morte del lavoratore quarantenne, nato in Albania ma cittadino italiano e residente a Casirate, morto sabato scorso, parlano CGIL CISL UIL di Bergamo in un comunicato unitario “Proviamo sgomento per la tragica scomparsa del lavoratore. Siamo vicini alla sua famiglia, a cui porgiamo le nostre sentite condoglianze. Assistiamo a una nuova morte, dolorosissima, nella nostra provincia: chiediamo unitariamente che venga fatta piena luce sull’accaduto e sulla dinamica, ma sin d’ora sentiamo la necessità di porre alcune, drammaticamente banali, questioni”. E’ il commento di Angelo Chiari per CGIL, Danilo Mazzola per CISL e Saverio Capuzziello per UIL di Bergamo.

I sindacati si chiedono come sia possibile che un lavoratore, in cima a una scala, possa cadere in un macchinario in movimento. Ci sono domande che aspettano risposte: come mai non c’erano protezioni, né meccanismi automatici di blocco? Tutte le fasi lavorative devono essere eseguite rispettando rigide procedure di sicurezza idonee a evitare simili tragedie. Ciò premesso il lavoratore, stagionale da due anni, che secondo notizie di stampa avrebbe cercato di sistemare il macchinario senza fermare la produzione, aveva ricevuto tutti gli strumenti di informazione e formazione sui rischi di quello che stava facendo? Se ha avuto formazione, perché non è stata efficace? Chi verifica, in quell’azienda, le procedure?

Si dà dignità al lavoro, giorno dopo giorno, – continuano i sindacalisti – certamente tramite un’equa e stabile retribuzione, ma soprattutto garantendo l’assoluta incolumità psicofisica dei lavoratori. Siamo disponibili, anche tramite assemblee, a verificare con ciascun lavoratore le condizioni in cui si trovano ad operare in quella azienda. Siamo pronti, nel caso lo ritenesse opportuno, ad assistere legalmente la famiglia”.

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