Quota 100, trecento lavoratori “in fuga” dalla scuola bergamasca

Quota 100 in fuga dalla scuola

Saranno circa 300 i lavoratori della scuola bergamasca a usare la misura di quota 100 per andare in pensione, proiettando sul prossimo anno scolastico problemi di gestione del personale non indifferenti, soprattutto per quanto riguarda i docenti di sostegno. È la proiezione che CISL Scuola Bergamo ha fatto alla luce del vero e proprio “assalto” agli uffici che in questi giorni si è verificato agli sportelli del sindacato. Un vera e propria fuga che la nuova agevolazione prevista nel decreto del governo permette e lascia prevedere.

Tra i nostri docenti – precisa Salvo Inglima, segretario generale CISL Scuola Bergamoc’è un grosso timore sulle regole pensionistiche: c’è paura che cambino in peggio. Si prospetta quindi una grande fuga, sia tra i docenti che tra il personale ATA. Abbiamo già registrato e istruito pratiche per 150 lavoratori, da tutte le zone della provincia. Il problema è quello strutturale delle cattedre da assegnare il prossimo settembre: si libereranno tanti posti, che non saranno coperti da concorsi, già fatti o da svolgere, e che non risolveranno il problema. Alcune nicchie registreranno situazioni difficilmente gestibili, come quello degli insegnanti di sostegno, o quelli di matematica e fisica alle medie, e alcuni insegnamenti specifici degli istituti tecnici”.

CISL Scuola sta dando risposte a tanti iscritti e gli operatori sono sommersi di richieste: è stato anche condotto un sondaggio per capire i motivi che spingono a lasciare anzitempo il lavoro. “Oltre al timore dell’inasprimento dei parametri per andare in pensione – continua Inglima -, hanno avuto particolare peso anche l’eccessiva complessità del lavoro affidato, le relazioni con gli alunni e il mancato riconoscimento sociale del lavoro. Insomma, con “Quota 100”,  è emerso con forza il grande stress lavorativo della nostra categoria”. Il problema, ora, riguarda le ripercussioni che questo “esodo” avrà. Per chi resta, tante incognite sul futuro – conclude il segretario CISL Scuola –,  sia in termini economici che da stress correlato al lavoro”.

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