Preoccupazione dei lavoratori per l’inchiesta argentina su Tenaris

inchiesta argentina su Tenaris

C’è naturale preoccupazione per le notizie che arrivano dall’Argentina”. Tra i duemila addetti della Tenaris di Dalmine l’attesa di nuove notizie e la curiosità per quanto possa accadere diventa palpabile, alla stessa stregua dell’attenzione che ai lanci di agenzia ha prestato la Borsa, che ha registrato un crollo delle azioni del gruppo. Paolo Rocca, amministratore delegato di Tenaris, è sotto inchiesta per una presunta mazzetta a un funzionario del governo argentino. La stessa azienda ha confermato le idniscrezioni nella notte tra il 27 e il 28 novembre. Intanto, si legge nel comunicato “il board conferma il pieno supporto al suo presidente e Ceo”, mentre il Consiglio di Amministrazione continua a “monitorare la situazione insieme ai suoi legali”. Il titolo però è crollato in Borsa delll’8% a 10,7 euro.

Secondo il magistrato di Buenos Aires, il pagamento di tangenti da parte di Techint serviva a risolvere la situazione di Sidor in Venezuela.  “Innanzitutto, bisogna sicuramente aspettare l’evolversi del fatti per fare chiarezza, per capire meglio di cosa si tratta dice Luca Nieri, segretario generale di FIM CISL Bergamo -. La preoccupazione, nostra come quella dei lavoratori degli stabilimenti di Dalmine e Costa Volpino, è alta. Purtroppo, in un economia che agisce e si struttura velocemente anche su livelli virtuali, le notizie incidono e si riversano non solo sulla finanza ma anche sull’economia reale. Bisogna prestare attenzione e arrivare quanto prima alla conoscenza della verità, nel bene di tutti quanti”.

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