Tantissimi lavoratori – il 90% dell’organico – hanno scelto di scioperare, oggi, per chiedere più sicurezza alla Diesse Rubber Hoses Spa di Filago, azienda dove il 5 novembre scorso un elettricista di 38 anni, Matteo Regazzi, era rimasto coinvolto in un gravissimo infortunio che ha provocato, qualche giorno dopo, la sua morte. Lo sciopero è stato di otto ore su tutti e tre i turni. Oggi, dalle 10 alle 11.30, i lavoratori si sono riuniti anche in un presidio davanti ai cancelli dell’azienda. Su invito dei sindacati, erano presenti anche i rappresentanti RSU di alcune aziende della zona: Flamma spa di Chignolo d’Isola, Aliancys Italia s.r.l e Covestro srl, entrambe di Filago, oltre a funzionari di altre categorie sindacali provinciali.
“C’è stata una grande partecipazione alla protesta di oggi, giornata anche dei funerali del giovane elettricista. Dopo aver preso parte al presidio, molti lavoratori hanno partecipato alle esequie – hanno detto Eleonora Lavelli della FILCTEM CGIL e Cristian Verdi di FEMCA CISL di Bergamo -. Per la prossima settimana, il 4 dicembre (dalle 13.30 alle 14.30) è stata convocata una nuova assemblea dei lavoratori per decidere quale percorso intraprendere rispetto alla sicurezza loro personale e, più in generale, nell’ambiente di lavoro in Diesse Rubber. E proprio riguardo all’azienda, non abbiamo più avuto contatti dopo la morte di Matteo: nessuno si è visto mentre eravamo riuniti in presidio e nessuno della proprietà si è fatto sentire telefonicamente”. Alla notizia del decesso dell’elettricista, i sindacati di categoria provinciali avevano commentato con amarezza che “troppe volte la sicurezza viene considerata esclusivamente un costo e questo è davvero inaccettabile. A tutti i lavoratori deve essere garantita la certezza di tornare a casa sani e salvi, una volta terminato il turno di lavoro”.
La vittima era dipendente della Elettrobonatese srl ma si trovava al lavoro all’interno della Diesse Rubber. Il 5 novembre era stato investito da una bobina caduta da un carrello elevatore. Matteo Regazzi è stato il diciottesimo lavoratore a perdere la vita dall’inizio dell’anno in provincia di Bergamo (o oltre i confini provinciali ma alle dipendenze di aziende bergamasche / comprese le vittime decedute in itinere). Solo pochi giorni fa, il 16 novembre, i sindacati confederali di Bergamo avevano denunciato “un’emergenza provinciale”: davanti alla Prefettura avevano organizzato un presidio e incontrato il Prefetto Elisabetta Margiacchi proprio sul tema della sicurezza.
