Un sindacato capace di leggere la realtà

Un sindacato capace di leggere la realtà

Troppe volte si è dato per scontato che tutto quello che c’è ci appartiene, senza ricordare le lotte e i sacrifici fatti nel passato”. Mario Gualeni, già segretario generale della CISL di Bergamo, ha reso in sintesi l’immagine dei valori che il sindacato di via Carnovali ha sempre avuto nella sua prospettiva. E’ stata l’introduzione all’incontro del 9 novembre a Lovere (sala della Comunità Montana) dal titolo “L’evoluzione del sindacato: ieri oggi e domani”. Un ‘occasione che ha scandagliato l’itinerario della Cisl Bergamo compiuta attraverso i ricordi di chi ha partecipato a caratterizzarli, e di chi oggi prova a disegnare i percorsi per il futuro prossimo e venturo. Un appuntamento organizzato da Vincenzo D’Acunzo, responsabile CISL dell’area Alto Sebino con l’obiettivo di illuminare il presente con la memoria del passato per consentire “di affrontare le sfide della modernità che presenta rapidissime trasformazioni e apre la strada a nuovi e più prosperi progetti per il futuro”.

Non sono mancati i momenti di commozione. Così è stato per Angiolino Faccoli. Lo storico segretario dei metalmeccanici si è emozionato quando ha ricordato che “negli anni 70 la CISL, anche a Bergamo, anche a Lovere, faceva la storia del sindacato, mentre oggi viviamo l’incubo della disintermediazione. “Il sindacato – ha detto Faccoli –  deve essere educativo: famiglia e scuola sono in crisi, ci si deve accorgere della necessità percepibile di “più sindacato”…Spero che la CISL abbia ancora tanto da dire e fare”. “Per far ripartire l’Italia – ha aggiunto Salvo Inglima, segretario generale CISL Scuola – non si può prescindere da maggiori investimenti, soprattutto in ricerca e formazione permanente. Bisogna saper guardare oltre il presente: il sindacato deve iniziare a capire che è lui a doversi rivolgere ai cittadini, non più il contrario”. “Dobbiamo salvare il nostro approccio pragmatico e partecipativo – ha sottolineato Guido Fratta, responsabile di FELSA CISL -. Proprio noi, che siamo nati per tutelare i lavoratori, qualsiasi contratto abbiano. Noi forniamo dignità, dobbiamo anche “vendere” un modello innovativo di sindacato, che sappia parlare ai giovani, che cercano un sindacato che parli  il loro linguaggio”. Per Luca Tonelli, dirigente FIM della zona di Lovere l’azione del sindacato non può prescindere dallo stare “vicini alle persone, dal valorizzarle e dal renderle partecipi di un progetto che si chiama CISL”. “Non c’è alto modo di fare sindacato – ha rimarcato Tonelli – .Dobbiamo però tornare a occuparci maggiormente di lavoro, all’interno dei luoghi di lavoro e avere tesserati che vengano dal lavoro. Rischiamo di trasformarci in un’agenzia di servizi perdendo di vista i nostri obiettivi originari”. 

Un incontro che ha visto la presenza  di Francesco Corna, segretario generale della CISL Bergamo. “Il modello Bergamo – ha concluso Corna – ha sempre vissuto, e è cresciuto sulla contaminazione tra rappresentanza nelle fabbriche e presenza sul territorio. I nostri servizi raggiungono annualmente più di mezzo milione di contatti. Anche così facciamo proselitismo, rispondendo alle domande e ai bisogni dei cittadini. Il territorio della CISL è fatto di fabbriche, di lavoratori come di cittadini con altre e diverse istanzeNoi dobbiamo interrogarci rispetto a quelli che sono i cambiamenti della società. La crisi ha cambiato i nostri sistemi economico e sociale, anche a livello europeo. Tocca a noi individuare nuove modalità e nuovi strumenti per tutelare i nuovi lavori, ben consapevoli che i lavoratori, sia di oggi che ieri, hanno bisogno di un sindacato capace di incidere sulla realtà, per questo dobbiamo insistere e mettere in campo strumenti e idee nuovi. Il nostro obiettivo rimane quello di sapere leggere la realtà e sapere dare risposte affinché il lavoro serva alle persone, e non viceversa. Questo lo deve capire anche la politica”.


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