QUI! TICKET: “ A BERGAMO 3 MILIONI DA RISCUOTERE ”

La risoluzione decisa dalla centrale pubblica degli acquisti (Consip) della convenzione che legava le Amministrazioni pubbliche alla società “Qui! Group” – a causa delle inadempienze di questa nel pagare i buoni pasto “Qui! Ticket” – ha messo in una situazione di grave difficoltà entrambe le parti coinvolte nell’utilizzo dei ticket.

IN DISAGIO DIPENDENTI ED ESERCENTI

Sono in difficoltà i dipendenti di enti pubblici che si trovano ad avere in mano buoni pasto che rischiano di non essere più spendibili. Questo va a ledere il loro diritto a poter usufruire del pasto attraverso tale modalità di pagamento. Sono in difficoltà gli esercenti che hanno in cassa numerosi ticket dei quali non riescono ad incassare il corrispettivo economico. Il credito vantato nei confronti della società è alto, e d’altronde la decisione della risoluzione del contratto da parte di Consip è stata motivata proprio dall’aver registrato grosse inadempienze negli ultimi mesi da parte di “Qui! Group”.

L’IMPEGNO DI ADICONSUM

In questi giorni lo staff di ADICONSUM Bergamo, con la presidente Mina Busi, sta facendo fronte anche allenumerose richieste di consulenza e informazioni relative al caso dei buoni pasto “Qui! Ticket”. “Ben venga l’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministero dell’Economia e delle Finanze su quali azioni intenda intraprendere per fare fronte a questa situazione inedita e difficile – continua Busi -, al circuito dei buoni pasto va restituita al più presto la necessaria fruibilità, per garantire i diritti sia dei lavoratori che delle attività economiche”.

A BERGAMO 3MILIONI ANCORA DA RISCUOTERE

Il problema ha un impatto pesante anche a Bergamo, dove coinvolgerebbe circa il 50% dei 13.400 (tolta la scuola) dipendenti pubblici bergamaschi oltre ad altri Enti che fanno capo a CAF e patronati. Le stime dicono che a Bergamo il valore complessivo dei ticket ancora da riscuotere sia di almeno 3 milioni di euro. In provincia di Bergamo si contano 750 imprese disposte ad accettare buoni pasto (in realtà negli ultimi mesi molte hanno cominciato a rifiutarli, viste le difficoltà di riscuoterli), di cui ben 410 solo in città: 200 ristoranti, trattorie e pizzerie; 120 alimentaristi, distribuzione organizzata e grande distribuzione, 430 bar, caffè e gelaterie.

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