Poste: sciopero e sit-in contro la privatizzazione

I lavoratori delle Poste della Lombardia si preparano a scioperare e scendere in piazza venerdì 4 novembre. Le segreterie nazionali SLP CISL, SLC CGIL, FAILP CISAL, CONFSAL, UILCOM e UGL COM hanno proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata. A Milano, in piazza Affari, si terrà una manifestazione regionale, dalle 10 alle 12.

Una privatizzazione solo per fare cassa

La decisione del Consiglio dei ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% e di conferire a Cassa Depositi e Prestiti il rimanente 35% del capitale, con l’uscita definitiva del ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane, muta completamente gli assetti societari e il controllo pubblico nell’azienda. Una decisione assunta a breve distanza dal primo collocamento azionario di circa il 35% effettuato ad ottobre 2015.Una privatizzazione che ha il solo fine di fare cassa e recuperare qualche miliardo di euro per lenire il debito pubblicodichiara Maurizio Cappello, segretario generale CISL Poste Lombardiama che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane”. “Già ora si assiste anche nella nostra regione – aggiunge – ai reiterati interventi di chiusura degli Uffici Postali (185 fra chiusi e razionalizzati) e al recapito della corrispondenza a giorni alterni, compromettendo la qualità e la garanzia del servizio universale”.

A rischio 20.000 posti

CISL Poste Lombardia ritiene estremamente grave e antieconomica l’intera operazione di dismissione da parte dello Stato, in considerazione che dal 2002 ad oggi Poste Italiane ha sempre avuto bilanci positivi versando consistenti dividendi al ministero dell’Economia, quindi alla collettività. “La totale privatizzazione di Poste italiane mette in discussione non solo anni di sacrificio e di lavoro dei dipendenti profusi per darle una dimensione d’impresa tra le più importanti in Italia prosegue il sindacalista – afferma Cappello – ma anche il futuro svolgimento del servizio universale, l’unitarietà dell’azienda e la sua tenuta occupazionale. Sono a rischio 20mila posti di lavoro sul territorio nazionale. Oltre 2.000 nella sola Lombardia”. Secondo il segretario generale di CISL Poste Lombardia, “Privatizzare Poste Italiane, azienda che fa utili e offre servizi competitivi, potrebbe essere un’operazione per togliere dal mercato l’unico concorrente scomodo delle banche, che oggi troppo spesso sono nell’occhio del ciclone della finanza speculativa”.Attraverso Poste Italiane – conclude – passa anche la democratizzazione del risparmio nel nostro Paese, per costi, trasparenza e rendimenti garantiti, con i suoi 500 miliardi di euro raccolti ogni anno dal risparmio postale negli oltre 13.000 Uffici Postali”.

Peggioramento delle condizioni di lavoro

La seconda ragione per cui si sciopera dicono Marisa Adobati della SLC CGIL e Giuseppe Gotti del sindacato SLP CISL Bergamoriguarda la riorganizzazione del recapito, cioè la consegna della corrispondenza a giorni alterni: dove si è sperimentata e realizzata come a Bergamo sono emerse tutte le contraddizioni di un piano industriale che a nostro avviso va profondamente rivisto. Abbiamo infatti assistito ad accumulo di giacenze, peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità del servizio e a continue proteste di amministrazioni locali e cittadini. Al contempo gli investimenti previsti dal piano, in primo luogo relativi all’ammodernamento e alla sicurezza dei mezzi aziendali, tardano ad arrivare”. Gli sportellisti e gli specialisti commerciali, soprattutto in Lombardia, vivono poi in una ormai cronica mancanza di personale per effetto del mancato turn-over dopo le centinaia di uscite annue per gli esodi incentivati. La conseguenza è spesso la messa in discussione di diritti contrattuali come le modalità di utilizzo delle ferie e i distacchi ormai fuori controllo. Al contempo permangono forti le pressioni commerciali e la tendenza a collocare prodotti finanziari a rischio contravvenendo alle stesse regole etiche di comportamento di cui Poste si fa vanto. E’ necessario, inoltre, sostenere con lo sciopero la trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale di Gruppo, ormai scaduto da quasi un anno e che sta procedendo con molta lentezza” – concludono i due sindacalisti.

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