Collocamento mirato. A Bergamo ancora scoperto il 23% dei posti

Collocamento mirato

In Lombardia sono circa 44mila i disabili iscritti alle liste di collocamento e ancora in attesa di un lavoro. A Bergamo quasi 2500. Nonostante siano passati 25 anni dall’entrata in vigore della legge 68/99, ancora oggi dobbiamo certificare che rimane scoperto il 23% dei posti di lavoro in obbligo, riservati alle persone con disabilità”. Così, Danilo Mazzola, segretario CISL di Bergamo, analizzando i dati che CISL Lombardia ha elaborato in occasione del convegno “Includere per crescere”, organizzato nei giorni scorsi per trovare soluzioni e favorire un lavoro accessibile e inclusivo.

La legge Bosetti-Gatti ha come finalità la promozione dell’inserimento e dell’integrazione di persone disabili nel mondo del lavoro, attraverso servizi di sostegno e collocamento mirato. È questo quello che serve – continua il sindacalista bergamasco -: un mondo del lavoro che dia le stesse opportunità a chi è più in difficoltà. È vero, siamo nell’era dell’intelligenza artificiale…, ma il lavoro, anche quello più tecnologico ed innovativo, non può sussistere senza l’apporto delle persone. Inoltre, non possiamo pensare che i lavoratori e le lavoratrici con disabilità non siano un valore per la nostra comunità“.

Nella bergamasca, le persone iscritte al collocamento mirato al 31 dicembre 2023 erano 2.405, pari al  5,48% del totale lombardo (43.851).

Si ha diritto a iscriversi se si appartiene alle seguenti tipologie di invalidità: invalidi del lavoro con disabilità superiore al 33%; invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%; persone con disabilità visiva (100%) o sorde (100%); invalidi di guerra e invalidi civili di guerra e invalidi per servizio; persone con disabilità visiva iscritte ad albi professionali dedicati; percettori di pensione invalidità ordinaria.

Attualmente, in provincia, sono iscritti 35 sordi, 13 non vedenti, 3 invalidi di servizio, 62 invalidi del lavoro 65 invalidi lavoro e per servizio e 2.292 invalidi civili. Secondo il grado di disabilità, 1029 iscritti hanno certificato un’invalidità tra il  33% e il 67%, 686 dal 68% al 79%, 625 dal 80% al 100%. L’anzianità di iscrizione alle liste “mirate” riguarda  180 persone da 0 a 6 mesi, 185 da 7 a 12 mesi, 630 da 13 a 48 mesi,  292 da 49 a 69 mesi e 1118 oltre 69 mesi.

Tra gli iscritti,  298 hanno un’età compresa tra i 15 e i 24 anni,  366 vanno dai 25 ai 34 anni, 370 da 35 a 44 anni, 645 da 45 a 54 anni e 726 hanno più di 55 anni. In  228 hanno un’istruzione pre-primaria (da 3 a 5 anni);  in 1298 hanno un grado di istruzione secondaria o un secondo stadio di istruzione di base (istruzione di base completa); in 241 un diploma di istruzione secondaria superiore; per 503 un diploma di istruzione e formazione tecnica superiore, anche presso istituti tecnici superiori; in 113 hanno una laurea  o una laurea magistrale e 22 hanno maturato un dottorato di ricerca.

Nel 2023, sono stati avviati 932 lavoratori in aziende in obbligo (417 femmine e  515 maschi) e 130 lavoratori in aziende senza obbligo (53 femmine e 77 maschi). In totale, in provincia ci sono 10.189 posti di lavoro da riservare ai disabili. A oggi, ne sono stati coperti 7810 (il 77%), mentre ne rimangono scoperti 2.379 (il 23%).

Un mondo composto da oltre mille persone con una invalidità al di sotto del 67%,  oltre mille con meno di 44 anni, oltre 700 con una istruzione secondaria superiore e 135 laureati di cui 22 con dottorati di ricerca. Certo, potremmo anche dire che il 77% dei posti di lavoro riservati ai disabili sono coperti, e questa è una realtà importante. Dobbiamo anche però evidenziare – conclude Mazzola – che i posti scoperti sono frutto di scelte aziendali, che preferiscono versare le sanzioni previste dalla legge piuttosto che assumere un lavoratore o una lavoratrice con  disabilita, con il  fondo regionale, alimentato dalle sanzioni e dagli esoneri, che nel solo 2023 ha superato i 70 milioni di euro”.

 

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