Siglato l’accordo per il CCNL Turismo. 1000 lavoratori interessati a Bergamo

accordo per il CCNL Turismo

Dopo oltre 40 ore di trattativa serrata, è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale applicato agli oltre 400mila lavoratrici e lavoratori del comparto turistico, ricettivo alberghiero, dei villaggi vacanza e dei camping.  L’intesa, in vigore dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2027, è stata siglata tra le organizzazioni sindacali di categoria FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS e le associazioni imprenditoriali del comparto Federalberghi e Faita, entrambe associate a Confcommercio Imprese per l’Italia.

A Bergamo, l’intesa toccherà circa 1000 lavoratori del settore. L’accordo, che sarà sottoposto alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori a partire dai prossimi giorni, prevede un aumento economico a regime di 200 euro al IV livello d’inquadramento, da riparametrare, corrisposti nell’arco della vigenza contrattuale, con una massa salariale complessiva pari a 6.200 euro.

Questo accordo rappresenta un importante passo avanti per il settore – sostengono i rappresentanti di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL di Bergamo -, ottenuto anche grazie alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Siamo soddisfatti del rinnovo di un contratto scaduto da 6 anni in un settore economicamente importante anche sul nostro territorio, dove si evidenzia una ripresa economica superiore al 2019, e dove tuttavia è ancora molto difficile trovare personale da assumere, soprattutto in relazione alle retribuzioni offerte in relazione alle ore lavorate e alle difficoltà legate, in alcuni casi, al tema conciliazione vita privata-lavoro. Pensiamo che avere ottenuto un rinnovo con una parte economica importante (€ 200 al 4° livello) dia un incentivo non indifferente all’occupazione, anche e soprattutto all’occupazione giovanile”.

Riteniamo sia significativo l’intervento sull’esternalizzazione dei servizi di pulimento e riassetto delle camere e altri servizidicono Nicholas Pezzè  segretario generale di FILCAMS CGIL, Claudia Belotti, segretaria generale FISASCAT CISL, e Anila Cenolli segretaria generale di UILTUCS che estende la procedura per il confronto sindacale prevista per la prima esternalizzazione anche ai successivi cambi appalti, garantendo il trattamento normativo e economico del contratto nazionale del settore sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative del settore. Importante il rilancio della contrattazione di secondo livello da rendere effettivamente esigibile e introduzione di un elemento economico di garanzia, fino a 186 euro, qualora, nonostante la presentazione di una piattaforma, non venga definito un accordo integrativo entro il 31 ottobre 2026. Appaiono assolutamente  rilevanti le misure in tema di parità di genere, con la valorizzazione delle tematiche relative alle pari opportunità e all’inclusione: è stata istituita la figura di rappresentanza “Garante della Parità” e viene costituita una Commissione permanente dedicata in seno all’Ente Bilaterale di settore. Sono state inoltre introdotte forme di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita dell’impresa, mirate a favorire il cambiamento e il benessere sui luoghi di lavoro, anche in un’ottica di genere“.

Tra i punti qualificanti dell’accordo la tutela della genitorialità, con l’integrazione fino al raggiungimento del 100% della retribuzione in occasione del pagamento della tredicesima e della quattordicesima mensilità, maturata durante i periodi di congedo di maternità obbligatorio e congedo di paternità, obbligatorio e facoltativo.

Sul contrasto alla discriminazione, alla violenza e alle molestie è stato definito un nuovo articolato contrattuale che amplia le tutele, migliorando le misure previste per il sostegno delle donne vittime di violenza di genere, con 3 mesi più ulteriori 3 mesi di congedo retribuito al 100% per le lavoratrici inserite in percorsi di protezione debitamente certificati dai servizi sociali del Comune di residenza, dai centri antiviolenza o dalle case rifugio.

Sul fronte del welfare contrattuale, l’intesa stabilisce un aumento del contributo di 3 euro destinato al fondo di assistenza sanitaria integrativa di settore, il Fondo Fast. Rafforzata, inoltre, la penalità prevista a carico delle aziende che non siano in regola con l’iscrizione al fondo dei lavoratori, per i quali, in questo caso, scatta un ulteriore elemento distinto della retribuzione”.

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