I rappresentanti sindacali di Poste Italiane hanno sollevato diverse preoccupazioni dopo la presentazione del Piano d’Impresa in Poste Italiane, giunto poco dopo la ulteriore cessione di azioni al mercato da parte dell’attuale Governo. “In questi mesi – sottolinea Maurizio Scarpellini, segretario generale di SLP CISL Bergamo – abbiamo più volte denunciato le insidie sociali ed occupazionali che si nascondono dietro questa “manovra finanziaria”: dalla anti economicità della stessa, in cui lo Stato rinuncia ad incassare un dividendo che nel giro di pochi anni supererà quanto incasserebbe con questa quota di privatizzazione, al rischio di porre in mano ad investitori istituzionali, spesso stranieri, le decisioni sulla gestione dei risparmi e dei dati di milioni di cittadini”.
A livello nazionale, SLP, insieme a SLC CGIL, UILPOSTE UIL, CONFSAL COM, FAILP CISAL e FNC UGL Comunicazioni, ha chiesto un incontro presso il MEF, ma le delegazioni sindacali sono ancora in attesa di una convocazione. “Ci piacerebbe – si legge in una nota unitaria nazionale – poter esporre anche le nostre ragioni di contrarietà a questa svendita di azioni, una contrarietà che parte dal ruolo sociale dell’Azienda, sempre sostenuto ed accompagnato dal confronto sindacale, fino ad arrivare ai dubbi occupazionali che la stessa genererà. Su questo punto, da quanto leggiamo dal Piano d’Impresa presentato, emerge già chiara la previsione di un taglio occupazionale che, come abbiamo denunciato più volte in questi mesi, rischia di tradursi in un automatismo già visto nel passato, ossia di fatto i ricavi saranno in linea con l’abbattimento del costo del lavoro. Questa cosa per noi è e resta inaccettabile: discuteremo di Politiche Attive con l’Azienda solo quando ci saranno chiari i passaggi occupazionali, quando avremo contezza che si porrà un correttivo al lavoro povero ormai sempre più presente in Azienda”.
Le sigle sindacali di Poste Italiane sono impegnate in questi giorni anche con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei dipendenti postali, mentre giungono notizie sugli ottimi risultati di bilancio raggiunti nel 2023 dal Gruppo Poste Italiane, risultati che si sommano a quelli precedenti, di cui l’Azienda non può non tenere conto nel riconoscimento economico che questo nuovo contratto porterà.
“Tanti sono i motivi per chiedere alle lavoratrici ed ai lavoratori una massiccia mobilitazione che partirà dai primi giorni di aprile – conclude Scarpellini – e si svilupperà di pari passo con l’evolversi della situazione. Nel frattempo, auspichiamo ancora una volta che il Governo riceva al più presto le segreteria sindacali”.
