Università di Bergamo. Con la Cisl di Bergamo verso una nuova etica del lavoro

nuova etica del lavoro

Il secondo appuntamento della terza stagione di CINEMA DOCET, tenutosi mercoledì 28 febbraio 2024, ha rilanciato la riflessione sulle trasformazioni socioculturali che interessano il mondo del lavoro a partire dal docufilm After Work di Erik Gandini (2023), dopo il dibattito avviato la settimana precedente con la visione del film La classe operaia va in Paradiso di Elio Petri (1971). All’incontro sono intervenuti il prof. Roberto Lusardi, docente di sociologia nel Dipartimento di Scienze Aziendali, il prof. Andrea Potestio, docente di Pedagogia nel Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, e Francesco Corna, segretario generale della CISL Bergamo.

Di fronte a un’opera come quella di Gandini, che mostra allo spettatore diverse testimonianze di lavoratori provenienti da paesi e contesti socioculturali differenti, il dibattito si è subito orientato verso la domanda centrale: a cosa serve il lavoro? Risulta ormai generazionalmente superata l’idea di lavoro come fatica (dall’inglese labour): i docenti Lusardi e Potestio hanno messo in luce la necessità di favorire una nuova concezione del lavoro che comprenda la formazione dell’individuo come persona e non solo come portatore di competenze utili. Solo in questo modo ci si può distaccare dall’idea di work for work’s sake (lavoro per il lavoro),e da una totale perdita di vista della salute mentale, del benessere fisico, dell’inserimento sociale e della cura degli affetti da parte del lavoratore, in una spirale di stakanovismo performativo – come viene definito nel docufilm – volto all’ostentazione della propria devozione alla religione del lavoro.

Il tempo del lavoro non si misura solo in produttività ma è necessario riportare al centro di tutto sistema il lavoratore, ha sostenuto Corna a partire dall’esperienza di coordinamento sindacale. È fondamentale che l’individuo senta di avere un senso, conscio dello scopo finale a cui è volta la propria attività. Le relazioni tra i dipendenti, le occasioni di crescita collettiva e una maggiore partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali delle aziende sono fondamentali per un miglioramento delle condizioni lavorative. Per far sì che questa trasformazione si realizzi, è necessario cambiare paradigma di lettura e generare una nuova forma mentis sociale e culturale che sia in grado di rispondere alla domanda “cosa è lavoro?” ripensando il ruolo dell’individuo rispetto ad esso.

articolo redatto da Annachiara Marchese (Studentessa del corso di laurea magistrale in Comunicazione, informazione, editoria dell’Università di Bergamo)

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