21 settembre sciopero alla Novem. Lavoratori in presidio contro la chiusura

Dopo la prima mobilitazione di lunedì scorso, fra i lavoratori della Novem Car Interior Design di Bagnatica va definendosi il calendario dei prossimi scioperi e delle iniziative contro la chiusura dell’azienda, annunciata per  fine anno. A perdere il posto saranno tutti i 97 dipendenti in organico. I delegati delle Rappresentanze Sindacali Unitarie di FILLEA CGIL e FILCA CISL hanno proclamato un nuovo sciopero per domani 21 settembre nelle prime quattro ore di ciascun turno, con un presidio dalle 7.30 alle 10 e dalle 14 alle 16 all’ingresso principale di via delle Groane 10 a Bagnatica.

Poi una terza astensione dal lavoro è prevista per lunedì 25 settembre, sempre di quattro ore, con i cancelli dell’azienda presidiati nei medesimi orari. Come già annunciato, mercoledì 27, giorno del nuovo confronto con la direzione, lo sciopero sarà invece di 8 ore con presidio dalle 7.30 in poi a sostegno della trattativa.

Nel confronto che riprenderà il 27 settembre torneremo a chiedere che si ricorra a un periodo di ammortizzazione sociale, per attutire quanto possibile l’impatto della chiusura e per accompagnare i lavoratori nella ricerca di una nuova occupazionehanno dichiarato Luciana Fratus della FILLEA CGIL e Massimo Lamera di FILCA CISL di Bergamo -. Insisteremo sulla cassa integrazione, a proposito della quale la direzione di Novem ha mostrato forte resistenza nell’incontro di lunedì scorso. Chiediamo anche un piano di ricollocazione contestuale all’ammortizzatore, che aiuti soprattutto i più fragili. Poi un incentivo all’esodo dignitoso, da rimodulare in base all’anzianità dei lavoratori. Riteniamo la proposta economica avanzata dall’azienda non accettabile, senza il supporto della cassa integrazione. Nel frattempo- concludono-, abbiamo informato dei dettagli della vertenza sia i consiglieri regionali che i parlamentari bergamaschi per tenere alta l’attenzione e per analizzare tutte le vie possibili da percorrere per attutire l’impatto occupazionale della crisi”.

L’intenzione di chiudere l’azienda è stata comunicata al sindacato giovedì 14 settembre. La progressiva diminuzione del numero dei dipendenti è in corso però già da diversi anni: al gennaio del 2021 risale l’annuncio del taglio di circa 60 posti di lavoro, esuberi che vennero poi notevolmente ridotti e legati a mobilità volontaria incentivata dopo lo svolgimento di una serie di scioperi. Il taglio era seguito al  trasferimento di alcune linee produttive e processi (carteggio-legno, lucidatura, verniciatura, fresatura e iniezione PUR) nello stabilimento di Žalec in Slovenia. Dopo quella fase, in provincia di Bergamo erano rimasti solo i reparti di assemblaggio e spedizione. Ancora prima, nel 2020, alcuni esuberi erano ugualmente stati gestiti con esodo volontario e Cassa integrazione.

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