Crollo dell’occupazione negli enti pubblici bergamaschi

Crollo dell'occupazione negli enti pubblici bergamaschi

I Comuni bergamaschi, a causa dei tagli effettuati negli ultimi anni, hanno perso circa il 24% del personale, la fascia d’età tra i 51 e i 60 anni rappresenta il 47% del personale, e mancano le competenze specifiche. Inoltre, in provincia di Bergamo sono 243 i comuni, 167 dei quali sotto i 5.000 abitanti, 12 Unioni dei comuni,  e 6 Comunità Montane.  Il totale degli addetti negli enti locali orobici è di 4.299  persone, cioè 3,91 per 1000 abitanti, quando la media della Lombardia è del 5,35 e quella dell’ Italia del 5,87. Il blocco delle assunzioni, la campagna di prepensionamenti e soprattutto lo scarso appeal che anni di “intemerate politiche” hanno reso decisamente minore rispetto al settore privato, sia in termini di occupazione di qualità che di retribuzione: così gli enti locali hanno perso personale.

Questo fa emergere in tutta la sua evidenza la drammatica situazione che vivono i nostri enti” –  ha detto Maurizio Lorini, il nuovo segretario generale di CISL FP Bergamo – “In questo momento,  l’importanza del servizio pubblico è evidente: i finanziamenti del PNRR stanno arrivando e per riuscire a attuare vere politiche di rilancio del territorio c’è bisogno di personale formato e competente all’interno degli enti, mentre la situazione è preoccupante. Manca personale, a partire dagli istituti nazionali fino ad arrivare ai piccoli comuni: i Comuni bergamaschi, a causa dei tagli effettuati negli anni, hanno perso circa il 24% del personale, la fascia d’età tra i 51 e i 60 anni rappresenta il 47% del personale, e mancano le competenze specifiche. Inoltre, in provincia di Bergamo sono 243 i comuni, 167 dei quali sotto i 5.000 abitanti, 12 Unioni dei comuni,  e 6 Comunità Montane.  Il totale degli addetti negli enti locali orobici  è di 4.299  persone, cioè 3,91 per 1000 abitanti, quando la media della Lombardia è del 5,35 e quella dell’ Italia del 5,87”.

In valle Brembana, secondo le proiezioni della CISL di Bergamo, l’esempio più eclatante: sino a Sedrina negli uffici pubblici ci sono 149 lavoratori dipendenti, su un territorio di circa 635 Kmq con 45.000 abitanti: in proporzione, un dipendente ogni 300 abitanti, un dipendente ogni 4 chilometri quadrati.

Sfruttare al meglio il PNRR  – conclude Lorinied erogare i servizi in modo competente e veloce sarà sempre più indispensabile per la vita del territorio, ma per la prima volta la nostra provincia e, in generale, tutto il territorio lombardo affronta una “resistenza” al servizio pubblico con la mancata partecipazione a concorsi e selezioni. Un primo problema è che lo stipendio medio non permette a giovani di altre regioni di stabilizzarsi nella nostra, dove il caro vita è maggiore: qui dobbiamo pensare ad un sistema di Welfare (case in affitto calmierato, sistema di trasporti, aiuti alle giovani famiglie che decidono di trasferirsi, ecc…) che aiuti i lavoratori a restare, e magari anche a scegliere di venirci. Ma non è solo questione di stipendio: bisogna cambiare rotta, far capire ai giovani il valore del lavoro pubblico e di pubblica utilità, fargli capire che il lavoro pubblico crea relazioni, rafforza il tessuto sociale, rendendoli attori principali della vita stessa del territorio e mettendoli a garanzia di cultura, responsabilità e diritto”.

 

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