La protesta dei lavoratori del comparto del legno e dell’arredo arriva, questa settimana, al Salone Internazionale del Mobile di Milano, imperdibile appuntamento per migliaia di espositori e operatori del settore casa-arredamento provenienti da decine di Paesi esteri. Nel giorno dello sciopero di 8 ore di venerdì 21 aprile, proprio fuori dalla Fiera di Rho dove è in corso il Salone, si terrà la manifestazione di FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL. Il concentramento è alle ore 10.30 in viale Porta Est, alle 11 è previsto l’avvio dell’iniziativa, con il comizio alle 13.00.
Da Bergamo partiranno due bus dei sindacati per raggiungere Milano (da via Spino alle ore 9). A precedere la partenza venerdì all’alba (dalle 6.30) si terrà un presidio davanti alla Scaglia Indeva Spa di Brembilla. Con Minelli, Arditi, Novem, Riva, Gruppo Ferretti, la Scaglia è una delle aziende più significative del territorio provinciale, dove per il comparto lavorano complessivamente circa 4.000 addetti.
Per domani, mercoledì 19 aprile, intanto, al “Fuori Salone” è in programma un anticipo di protesta: dalle ore 18.00 alle ore 20.00 in via Durini a Milano i sindacalisti di FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL, insieme ai delegati sindacali, distribuiranno volantini per portare a conoscenza di espositori, clienti e cittadini i contenuti della lotta per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro.
Dal 2016 il Contratto di legno e arredo, firmato anche da Federlegno, stabilisce un recupero dell’inflazione che ha portato aumenti economici migliori rispetto alla media (dati Istat). Federlegno, però, ora chiede che il contratto venga bloccato per un anno, negando ai lavoratori anche ogni miglioramento su orario, diritti e tutele. I sindacati di categoria accusano la controparte di “fare carta straccia dell’accordo firmato, che conteneva un meccanismo di recupero dell’inflazione reale, e di non volere riconoscere la rivalutazione per il 2022, che corrisponde a circa 130 euro al mese di aumento della paga base”. Con la prima proposta di Federlegno, infatti, l’aumento legato al recupero della sola inflazione sarebbe di poco sopra i 63 euro.
“Non si può chiedere di applicare le regole solo quando fa comodo. Ora che l’inflazione è alta le imprese devono riconoscere quanto ci è dovuto – tornano a ripetere i segretari provinciali Giuseppe Mancin, Simone Alloni e Luciana Fratus, rispettivamente segretari di FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL di Bergamo -. Servono aumenti retributivi per tutelare il potere d’acquisto, meno ore di lavoro a pari retribuzione, maggiore formazione per gli operai e per gli impiegati di un settore che resta all’avanguardia in Italia”.
“Ai clienti provenienti da tutto il mondo spiegheremo che i mobili italiani sono fabbricati grazie al sapere, alle conoscenze e alle competenze dei lavoratori che fanno però fatica a raggiungere uno stipendio di 1.300 euro al mese – si legge in una nota delle tre sigle sindacali regionali. Il settore nel 2021 è cresciuto del 25,5%, del 12,6% nel 2022. Sono attive 68mila imprese – pari al 14,9% del totale manifatturiero e 298mila addetti – pari all’8% del totale, un fatturato alla produzione di 56,5 miliardi di euro. A fronte di questi straordinari numeri Federlegno propone una perdita del potere di acquisto dei salari del 52,88%. Proposta inaccettabile. I lavoratori non possono continuare a essere spremuti come limoni. E per sensibilizzare l’opinione pubblica domani in via Durini verrà distribuito come aperitivo a clienti e passanti proprio … succo di limone”.