Lavoro, famiglia, salute e ambiente. Sfide che chiedono risposte nuove

XIX Congresso Cisl Bergamo

Con il titolo «Esserci per cambiare» la Cisl di Bergamo si appresta a celebrare il XIX Congresso territoriale, in programma il 22 e 23 febbraio al Seminario vescovile. Molti i temi al centro del dibattito: dal mercato del lavoro e l’innovazione alla famiglia, anziani e natalità; dalla responsabilità sociale e partecipazione dei lavoratori all’interno delle aziende alla salute e all’ambiente, con particolare attenzione alla situazione degli infortuni.

«La sensazione di un tempo sospeso durante il lockdownspiega Francesco Corna, segretario generale del sindacato che nella nostra provincia conta 125mila iscrittinon ha impedito che la vita continuasse nelle sue molteplici mutazioni: anzi, la crisi che ci troviamo ad affrontare, che per complessità ha pochi precedenti, ha pesantemente agito come detonatore per nuovi e inesplorati fenomeni e come motore per la crescita e accelerazione di altri già in essere. E la correlazione fra i diversi fenomeni è così palese da generare un radicale cambiamento di direzione nella forma e nell’essenza delle risposte orientate verso profili capaci di integrare, mettere insieme più visioni. Un orientamento per tutti i soggetti politici pubblici e privati, compreso il sindacato, la Cisl in particolare, nella sua dichiarata vocazione ad essere protagonista e corresponsabile della cosa pubblica. Nel frangente della pandemia, il nostro sindacato ha voluto essere prossimo e vicino alle persone, con le sue sedi e i suoi servizi sul territorio».

Una situazione complessa che spinge il sindacato ad elaborare nuove proposte. «L’occasione del Congresso – prosegue il segretario generale – deve permetterci una riflessione che stimoli la confederazione a rendersi capace di uno sguardo d’insieme, in antitesi a una troppo spesso rivendicata autonomia. Nel dibattito congressuale sollecitiamo un’attenzione che sappia uscire dai confini del settore o del mestiere, soffermandoci su alcuni peculiari aspetti che stanno caratterizzando con incisività il quadro ambientale che ci circonda».

Corna focalizza l’attenzione, in particolare, sulla pandemia e sulla cosiddetta «glaciazione» demografica. «Tutti gli indicatori – precisa – evidenziano un Paese con un potenziale quadro di crisi in presenza di fenomeni sociodemografici incontrovertibili che mettono a rischio in prospettiva l’intera strutturazione e tenuta delle politiche di welfare (previdenziale, sanitario, sociale). Secondo l’Istat la popolazione residente nel Paese decrescerà da 59,6 milioni di abitanti (1° gennaio 2020) a 47,6 milioni nel 2070, in Lombardia da 10 a 9 milioni; il rapporto fra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 mentre la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale; in crescita il numero di famiglie ma con un numero medio di componenti sempre più piccolo: meno coppie con figli e più coppie senza, entro il 2040 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non avrà figli. La pandemia ha accentuato la tendenza alla recessione demografica già in atto, con la popolazione in calo generalizzato nel Paese dello 0,7% rispetto al 2019, (-0,45% in Lombardia)».

«È evidente – prosegue il segretario della Cisl orobica – quanto l’emergenza sanitaria legata alla pandemia stia facendo emergere i limiti del sistema di welfare nel nostro Paese: solitudine, cambiamento dei modelli familiari, invecchiamento, scarsa natalità, conciliazione vita-lavoro, nuove povertà e fragilità sono gli insegnamenti consegnateci dal Covid. Si prospetta una nuova stagione dove per il sindacato è possibile esercitare le proprie specificità in tema di valorizzazione del sociale, prossimità nello stretto legame con il territorio e solidarietà. La dimensione dei problemi è tale da richiedere un intervento integrato e coordinato diretto a investire sulla transizione ecologica/ambientale, sul rafforzamento del sistema di welfare, sulla redistribuzione del reddito e la lotta alle disuguaglianze. Sono solo alcune delle tracce di possibile significativa attenzione che hanno però l’occorrenza di un forte impatto di reti multi-attori e intreccio relazionale, di un alto livello di coordinamento tra i livelli di governance, di infrastrutturazione sociale e territoriale che scaturisce da politiche integrate e intersettoriali all’interno di reti responsabili del bene comune».

di Andrea Iannotta (su L’Eco di Bergamo del 6 febbraio 2022)


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