Avviato il XIX Congresso Fim Cisl Bergamo. Tavola rotonda sulla militanza

XIX Congresso Fim Cisl Bergamo

Luca Nieri disegna l’orizzonte dell’occupazione metalmeccanica della provincia di Bergamo, ma non solo, dal palco del XIX Congresso della FIM CISL Bergamo, in corso a Vidalengo. “Se non avviene un forte rinnovamento generazionale nel mercato del lavoro, – ha spiegato Nieri –  stenteremo anche nell’innovazione, perché è proprio la popolazione occupata più avanzata in età la meno alfabetizzata digitalmente e più difficilmente riconvertibile in un nuovo mondo tecnologico dai cambiamenti velocissimi. Senza giovani o con pochi giovani non vinceremo le sfide delle nuove tecnologie e pagheremo prezzi altissimi nella transizione tecnologica del mondo del lavoro”.

L’analisi del Segretario generale uscente, nella sua relazione (annunciata dal presidente del Congresso Mirko Dolzadelli, segretario generale della Fim Lombardia), parte dalla struttura dell’occupazione meccanica. I lavoratori delle aziende del settore in provincia sono circa 87.000. Divisi per classi di età formano una grossa concentrazione nella fascia tra i 30 e 49 anni, il 55,6%, una quota importante di over 50, un 26,7%, e chiudono i giovani, dai 15 a 29 anni, con un 17,6%. L’apprendistato è uno strumento ancora poco utilizzato, solo il 2,9% tra i contratti in essere, mentre forte, tra le tute blu più giovani il ricorso a contratti interinali o comunque a tempo determinato.

 “Se la tecnologia rappresenta uno strumento fondamentale per il futuro del nostro paese  – ha continuato Nieri – non possiamo che sottolineare che senza giovani non c’è un domani per nessuna comunità: giovani e innovazione sono uno snodo fondamentale, un binomio indissolubile. I cambiamenti climatici e le catastrofi naturali, unite ad un mercato del lavoro fortemente cambiato e in continua mutazione, si ripercuotono sulla società sempre più disgregata, nevrotica e orfana delle vecchie certezze, ed è sempre più importante rappresentare le istanze dei giovani lavoratori di oggi e di domani attraverso un sindacato capace di coinvolgere e dare cittadinanza a chi oggi si ritrova smarrito”.

Nessuno, è stata l’accusa di Nieri, ha mai pensato concretamente ai giovani, a partire dalla mancanza di norme e misure che aiutino e agevolino maternità e paternità, per proseguire sulla carenza di politiche di conciliazione, situazione che ha condannato il Paese a essere una realtà a bassa fecondità. “Essere meno significa anche contare meno, aver meno potere di influenza sulle scelte future del paese. Quindi bisogna creare le condizioni perché il protagonismo giovanile possa affermarsi e occuparsi prioritariamente della transizione generazionale. Affrontare il nodo giovani ha una valenza importante, anche se non esplicita, ma che racchiude alcune tematiche delle future transizioni. Significa fare i conti con tre questioni decisive”.

Nella sua relazione congressuale (inframmezzata da video-interviste del regista Giovanni Panozzo), Nieri ha insistito sulle gravi differenze di genere che anche tra i giovani esistono nell’accesso al lavoro, in particolare a livello retributivo. Poi, su quelle territoriali, tra centro, nord e sud. Infine, la situazione degli immigrati di seconda generazione e la loro integrazione. “Puntare sulla centralità dei giovani significa necessariamente scommettere sull’abbattimento delle disuguaglianze e sul forte investimento sulla crescita e valorizzazione delle loro competenze. Sono troppi i giovani con un basso titolo di studio rispetto ai propri coetanei europei. Tutto ciò va riprogettato con una visione strategica, epocale e continua, che metta in sinergia le migliori competenze del Paese, ricreando uno slancio collettivo, in cui scuola, università, mondo del lavoro puntino sulle risorse giovanili e femminili, creando il protagonismo di questi soggetti sociali, creativi, visionari e concreti. Così, ricostruiamo in loro una fiducia nel futuro, ma soprattutto in questa società, garantendo loro maggiori occasioni di occupazioni dignitose, rilanciando attraverso la contrattazione l’alternanza scuola lavoro, l’apprendistato duale e professionalizzante, promuovendo percorsi scolastici verso ITS e costruendo pratiche di recupero per i giovani che hanno abbandonato prematuramente la formazione scolastica. Alle staffette generazionali e ai contratti di espansione serviranno piani e gestioni programmate e condivise di ricambio generazionale”.

Il Congresso della FIM di Bergamo, categoria tra le maggiori del settore a livello nazionale, con i suoi 12.000 iscritti, ha portato a Vidalengo di Caravaggio oltre 300 delegati che eleggeranno le figure politiche del sindacato. Luca Nieri e la sua Segreteria, composta da Elena Scippa e Luca Tonelli, si ricandida al completo confidando in un lavoro di rappresentanza e tutela articolato sul territorio er che negli ultimi anni ha prodotto risultati sensibili. La base sindacale su cui si muove la FIM CISL è costituita dagli 87.000 dipendenti. Il contratto maggiormente rappresentativo è quello di FEDERMECCANICA, con oltre 57.000 lavoratori, distribuiti su oltre 1.700 aziende, poi quello Artigiano, per  più di 19.000 lavoratori artigiani, in quasi 6000 realtà.

Oltre il 65% degli occupati metalmeccanici si colloca in aziende con una classe dimensionale tra i 10 e i 250 dipendenti (17% da 0 a 9 dipendenti, 34% tra i 10 e 49 dipendenti, 31% tra i 50 e 250 dipendenti, 18% oltre i 251 dipendenti). La Bergamasca è una provincia prevalentemente manifatturiera, costituita da un buon 56,6% di operai e 36,2% di impiegati; ma l’elemento che colpisce maggiormente è la concentrazione di operai nelle realtà da 0 a 249 dipendenti, dove si sfiora quasi il 60% degli occupati, contro il 51% nelle aziende con oltre 250 dipendenti, dove sempre di più i famosi colletti bianchi, nelle realtà più grandi e complesse, si apprestano a superare il numero degli operai.

Dobbiamo proporre un’identità capace di attrarre chi ci riconosce e impegnarci nell’intercettare i giovani lavoratori, dargli cittadinanza all’interno dell’organizzazione per far emergere i bisogni latenti, cercando con loro di trovare le risposte. In questi anni  – ha concluso il segretario generale uscente della FIM Cisl Bergamo – è stata molto proficua la collaborazione con la FELSA, una collaborazione che ha valorizzato il lavoro in somministrazione e a termine con nuove tutele costruite ad hoc, ridando dignità anche a questi lavoratori e riportando al centro delle nostre strategie anche questa tipologia di lavoratori. Dobbiamo implementare il lavoro di collaborazione con questa categoria, un lavoro di reciproca collaborazione e contaminazione, una contaminazione di competenze e sensibilità, per meglio costruire risposte e opportunità anche per questi lavoratori, in grado di includere, offrire appartenenza, consentire l’arricchimento della militanza e la partecipazione consapevole anche in questa dimensione precaria. L’invito ad una partecipazione costante al nostro Consiglio Generale di un esponente FELSA potrebbe essere una strada praticabile già nel prossimo futuro”.

La prima giornata congressuale è stata anche l’occasione, come da tradizione, per premiare gli ex delegati in pensione. Luca Nieri e Massimiliano Nobis (Segretario nazionale Fim) hanno omaggiato del mitico orologio della Fim Bergamo: Marino Angeretti, Cesare Aresi, Luciano Baldi, Giuseppe Barcella, Mario Bontempi, Michele Brugnetti, Adriano Buzzini, Ulderico Carminati, Alessio Carra, Claudio Cattaneo, Roberto Esporni, Mirco Faletti, Giuseppe Fiorentino, Maurizio Gozzini, Alberto Martinelli, Pasquale Milazzo, Luciano Moretti, Alessandro Passera, Franco Poleni, Aurelio Prometti, Gianfranco Raccagni, Marcello Radaelli, Emilio Remondi, Gianbattisti Riboli, Imerio Signori, Lorenzo Tenca, Eugenio Vicini, Guerino Zana e GianCarlo Carminati. 

Dopo una relazione di Andrea Mariani dello IAL Bergamo, il pomeriggio congressuale è stato caratterizzato da una tavola rotonda, trasmessa in streaming sul profilo Facebook della Cisl Bergamo, dal titolo “Passione e militanza, un’eredità del passato. Moderata da Don Cristiano Re (direttore dell’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Bergamo) è stata l’occasione per riscoprire la gente della Fim attraverso la testimonianza di una fame di giustizia sociale di ex delegati: Rolando Fagioli, Fausto Gritti, Giorgio Longaretti, Luigi Martinelli e Longaretti Pierangelo.

 

Potrebbe piacerti anche

Archivi

Categorie

Tags: ,

Altri post simili