A Bergamo Rsa aperte a macchia di leopardo dopo l’ordinanza di Speranza

Dopo l‘iniziale soddisfazione per l’ordinanza del Ministero di riaprire le RSA alle visite dei parenti, dobbiamo purtroppo registrare, nelle strutture bergamasche, una grande incertezza e sostanziale paura nell’avviare le pratiche per renderla attuabile”.

Così Caterina Delasa, segretaria generale FNP CISL di Bergamo, commenta le prime ore seguite alla decisione del ministro Speranza, “che ha comunque attribuito assoluta discrezionalità ai Direttori Sanitari delle strutture in merito al come, quando e se consentire le visite nelle strutture. Questo in Lombardia, purtroppo, si sintetizza in una totale attesa di quanto decideranno la Regione e a cascata le ATS. Intanto, tra le poche sicurezze che abbiamo c’è quella che i familiari dovranno sobbarcarsi il costo del tampone molecolare ogni volta che sarà consentita la visita”.

Entro la fine di questa settimana, le RSA bergamasche parteciperanno a una video conferenza promossa da ATS Bergamo che illustrerà i contenuti dell’ordinanza di Speranza e declinerà in disposizioni operative quanto stabilito dal ministero, informano gli enti gestori.

Il comportamento finora è stato a macchia di leopardo. Pare che l’unica certezza sia invece l’aumento delle rette, come già minacciato – continua Delasa -. I rappresentanti delle Associazioni dei gestori, infatti, sostengono che le risorse della Regione siano del tutto insufficienti per gli aumenti che devono sostenere in merito a qualsiasi acquisto. E questo nonostante il caro-tariffe giornaliero delle RSA continui a aumentare ogni anno, e l’incremento in Lombardia non risparmi nessuno. Ci auguriamo comunque che d’ora in poi si lavori costantemente, senza ostacoli, alibi o ricatti, affinché si possa arrivare ad una riapertura completa di ogni struttura provinciale, dopo un anno di isolamento quasi totale per gli oltre 6000 ospiti e per i 20mila parenti, garantendo ad ogni anziano che vive nelle RSA gli stessi diritti senza distinzioni di sorta”.

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