Vaccinazione prioritaria per le cassiere degli esercizi commerciali

Vaccinazione prioritaria per le cassiere

Il settore del commercio rimane tra quelli maggiormente a rischio per il contagio di Covid-19. Ne è convinto Diego Lorenzi, segretario generale FISASCAT CISL Bergamo, dopo la lettura del Report nazionale ISTAT e degli esiti dell’inchiesta dei NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni), secondo cui i supermercati sarebbero luogo dove il virus si propaga con facilità, grazie alle “tracce presenti su pos, carrelli, casse, bilance e scaffali”.

Secondo il Report, il 26% delle denunce di infortunio sul lavoro in Lombardia sono da imputare al Covid-19. Nel terziario, i dati regionali parlano di quasi 3.231 denunce solo tra gennaio e febbraio di quest’anno, in crescita rispetto al 2020. Dopo quello sanitario, dunque, INAIL certifica che il commercio all’ingrosso e al dettaglio sarebbe al secondo posto per numero di decessi con il 13,2% del totale.

L’incidenza dei contagi della “seconda ondata” della pandemia da Covid-19 – aggiunge Lorenzi – è più del doppio della prima soprattutto in ambito lavorativo. Da tempo chiediamo, inascoltati, che il personale del commercio al dettaglio, e soprattutto le cassiere, siano inserite tra le fasce per cui la necessità della vaccinazione diventi prioritaria”.

L’indagine dei Carabinieri dei Nas ha, infatti, evidenziato che nel 18% dei casi i supermercati ( a livello nazionale), nonostante la corretta esecuzione delle operazioni di sanificazione degli ambienti e delle attrezzature, presenti evidenti segnali di presenza del virus. In altri casi, è stato evidenziato il mancato rispetto del numero massimo di presenze contemporanee all’interno dei locali, della distanza interpersonale durante gli acquisti e alle casse e malfunzionamento o l’assenza dei dispenser per la disinfezione delle mani.

Il clamore suscitato dalle visite ispettive dei Nas in alcuni supermercati – continua Lorenzi – conferma la denuncia da sempre fatta dalla FISASCAT CISL rispetto alla necessità di non abbassare la guardia nei settori della distribuzione commerciale di generi alimentari e nei servizi che, sin dalla prima fase emergenziale, sono stati considerati alla stregua dei servizi essenziali. Nel commercio dei generi alimentari in particolare si è vissuta una condizione estrema durante l’intero periodo in cui la pandemia ha dispiegato i suoi effetti sull’intera comunità nazionale ed è indubbio che vi siano dei soggetti imprenditoriali disinvolti, fortunatamente pochi, che non hanno rispettato le misure per il contenimento del contagio. Nella fase di progressiva riapertura inaugurata dal 26 aprile è di fondamentale importanza attenersi alla scrupolosa osservanza dei Protocolli aziendali contro il Covid-19, in molte realtà condivisi anche con le organizzazioni sindacali, come è ugualmente importante proseguire nelle attività di controllo, verifica e monitoraggio operate dai Comitati Aziendali laddove costituiti”.

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