Attivazione del Fondo Nuove Competenze

Fondo Nuove Competenze

Lo scorso 23 dicembre Confimi Apindustria Bergamo e le segreterie confederali provinciali di CGIL, CISL e UIL hanno sottoscritto l’accordo territoriale volto a favorire l’attivazione del FONDO NUOVE COMPETENZE, introdotto dall’art. 88 decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 convertito in legge 17 luglio 2020, n. 77. Il fondo prevede il riconoscimento di contributi finanziari a favore di tutti i datori di lavoro privati che, per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa ovvero per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori, abbiano destinato ore in riduzione dell’orario settimanale di lavoro a percorsi di sviluppo delle competenze dei lavoratori.

Con questa intesa viene data la possibilità anche alle piccole e medie realtà aziendali, che non hanno al proprio interno le RSA /RSU, di attivare percorsi di formazione volti a favorire la crescita professionale dei propri lavoratori. Il valore aggiunto di qualsiasi attività di impresa è rappresentato dall’apporto offerto da ciascun lavoratore e quanto più questi incrementerà le proprie conoscenze e competenze maggiore sarà la crescita economica di tutte le realtà aziendali.

La possibilità di far fruttare le ore di cassa integrazione con percorsi formativi alternativi finalizzati a riqualificare e a incrementare l’occupabilità del lavoratore, rappresenta un piccolo passo verso quel cambio di paradigma dell’attività di impresa e del mercato del lavoro, necessario a garantire una continuità produttiva e lavorativa anche in una situazione di crisi sanitaria nazionale e globale. Soprattutto il fondo nuove competenze è un segno di fiducia che la nostra economica e la nostra società possa nuovamente risollevarsi.

All’accordo sono interessati tutti i datori di lavoro privati che abbiano stipulato entro il 31 dicembre 2020 gli accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro. Per Bergamo si tratta di una platea di circa 1000 aziende per oltre 30mila addetti, ma su una platea totale di oltre 320mila lavoratori del privato in provincia, in attesa di nuovi eventuali accordi.

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